Fase cazzeggio: Dal discorso di Zygmunt Bauman

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Del lungo discorso di  Zygmunt Bauman ne estraggo solo un breve passaggio, che sento molto vicino e molto "mio".
Se vi può interessare lo potete leggere per intero al seguente link:   Sulle difficoltà e sul bisogno del dialogo .

Sono d'accordo con  Bauman con la differenza che mi sento e voglio sentirmi ottimista, desidero scorgere in questo momento di confusione mondiale, di paesi multiculturali, di crisi economiche e politiche solo le cose positive che portano con sé. Di positivo c'è molto, se lo vogliamo vedere e accogliere. Le soluzioni ci sono se ci sforziamo di rompere gli schemi abituali  e senza rimanere testardamente attaccati alla nostra identità  "nazionalista" per aprirci al nuovo e accettare che questi sono tempi di cambiamenti, tempi di barriere che si frantumano a dispetto di quello che noi vogliamo e di tutto ciò che ci da sicurezza. Tempi in cui a ognuno di noi è richiesto di assumersi una responsabilità individuale, tempi in cui più che affidarsi con speranza all "assistenzialismo" in ogni campo della nostra vita sia invece più auspicabile rimboccarsi le maniche facendo leva sulle nostre capacità e risorse sia singolarmente che collettivamente, usando strumenti diversi e percorsi diversi da quelli usati fin qui.
Sono fiduciosa che l'evoluzione dell'uomo farà il suo corso e troverà la giusta via all'adattamento e all'accettazione a questa nuova condizione, seguirà il corso del cambiamento a dispetto  delle nostre resistenze e dei nostri motivati e/o immotivati timori.


Ho sentito il bisogno di esprimere due parole sul discorso di Bauman ma quel che più ha catturato la mia attenzione è il passaggio che riporto qui.

"Nel 1975, Elias Canetti raccolse alcuni suoi saggi in un volume dal titolo: “La coscienza delle parole”. Il volume inizia citando un’affermazione fatta il 23 agosto 1939, alle soglie della Seconda Guerra mondiale, da un anonimo intellettuale, il quale scrisse: È finita. Se io fossi davvero uno scrittore, dovrei essere capace di impedire la guerra”.

Questa affermazione è interpretata da Canetti come la necessità di assumersi la responsabilità per qualsiasi azione che può essere espressa tramite le parole e di fare penitenza per l’incapacità delle parole di impedire il disastro. Tutti noi, che ascoltiamo ed elaboriamo le parole, condividiamo questa responsabilità."(Zygmunt Bauman)



Mi tocca profondamente : “È finita. Se io fossi davvero uno scrittore, dovrei essere capace di impedire la guerra”.    

Ho sempre desiderato attraverso questo spazio, attraverso le mie parole poter portare un frammento d'informazione "sana", trasmettere parole che possano portare anche un piccolo beneficio a qualcuno e auspicarmi che non siano solo parole che si perdono.
Il punto è che spesso  mi sono mancate le parole giuste, e forse anche il modo giusto di esprimerle senza cadere nel luogo comune o sembrare scontata e patetica.
non di rado  mi sono ripetuta parole  simili all'affermazione sopra citata : " se fossi davvero una scrittrice dovrei essere capace di toccare il cuore di chi legge,  "  con la speranza di schiudere  la consapevolezza del lettore , poter essere un aiuto indiretto e del tutto inaspettato come spesso è accaduto a me. La mia gratitudine è infinita verso molti autori di libri, verso semplici  meravigliosi blogger, verso giornalisti di un certo stampo,i pochi veri rimasti. Ho sempre considerato questi loro meravigliosi doni come un dono da condividere e di poter  ricambiare con  gratitudine usando il  medesimo strumento:le parole, la possibilità di creare altrettanta gioia,commozione, positività , forza ed energia, e consapevolezze nuove come è  avvenuto per me.
Senza forzature ed imposizioni ma semplicemente raccontando di me, di fatti, del mondo. Ma sapendolo fare con le parole giuste, le parole che possono  in che legge fare anche una piccola differenza. Perché le parole attraverso quel che rappresentano, il loro significato profondo, il quadro che nell'insieme dipingono, le vibrazioni che esse trasmettono possono fare enormi differenze, cambiare situazioni, modificare l'umore di qualcuno, fare il bello e il cattivo tempo nel nostra vita.Le parole sono qualcosa di più di semplici segni grafici.
Ciò  fa si che si  rende importante assumersi la responsabilità delle nostre parole, scegliamole con cura per quanto ci sia possibile farlo e quando c'è possibile farlo.

Commenti

  1. Sono d'accordo pienamente con te. E' proprio nelle diversità che si cresce e non vedendo l'altro come un nemico.
    Preso nota e già prenotato in biblioteca il libro di Canetti perchè sono convinta che è un libro su cui riflettere molto.
    Ciao buona festa con un abbraccio

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  2. Senza dubbio ognuno di noi ha grandi responsabilità delle quali non è sempre pienamente consapevole.
    Chi scrive qualcosa che viene letta da molte persone poi, si dovrebbe sentire ancora più in gioco.
    Però penso che non siano tanto le parole ad essere importanti, in questa epoca gli diamo fin troppo peso, ma piuttosto la reale intenzione che c'è dietro. Perché, in fondo in fondo, tutti percepiamo la verità.Il problema è che non siamo tutti pronti ad accoglierla.
    Secondo me quindi, uno scrittore dovrebbe trasmettere la propria verità, la propria sensibilità, nel miglior modo che gli è possibile e questo basta. Che poi questa venga colta e diventi un buon esempio purtroppo, non dipende da lui. Dipende dal lettore. Perché né uno scrittore, né un vero saggio hanno la facoltà di rendere buone le persone cattive o consapevoli quelle che scelgono di non esserlo.
    Tutti noi però, possiamo far vibrare la verità nel cuore di chi incontriamo ed è in cerca di quella verità, anche attraverso le nostre parole.
    Se tutti avessimo la sincera volontà di rendere la vita (perfino solo quella spirituale) migliore a tutte le persone che incontriamo, quella di molte di loro migliorerebbe sul serio.
    In fondo questa è una "missione" che ho sempre sentito.

    Ciao, ti auguro una lieta giornata.

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  3. Stamani sono andata a prendere il libro di Canetti. Oggi inizierò a leggerlo. Grazie e un buon fine settimana

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  4. Ciao Farfalla, grazie a te. Fammi sapere come é il libro.
    Buona splendida giornata.

    Ciao MrLoto, condivido il tuo pensiero.Buona giornata

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  5. Credo che ognuno, a proprio modo e col proprio stile, sia una fonte di "informazione". Diversa sicuramente, per cultura di base, formazione, tematiche trattate, ma c'è sempre da imparare dalla lettura di ognuno e di ogni argomento. E quindi anche qui, certo :)

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  6. E' un post molto bello perché è bellissimo il messaggio che porta. Penso sia proprio NOBILE avere voglia di scrivere non per farsi semplicemente leggere, ma per trasmettere qualcosa, una emozione, un aiuto, un sorriso.
    Non è da tutti e sicuramente è l'obiettivo migliore che si possa perseguire qui. Quindi ti posso assicurare del fatto che le tue parole, almeno a me personalmente, arrivano dritte dove devono e ci restano. Ma non dubito di essere l'unica cui succede. Un grande abbraccio :)

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  7. Molto bello questo tuo articolo :-)
    Più che altro ci vuole il coraggio di esprimersi, molti di noi saprebbero farlo, ma hanno timore di non essere capaci, di cadere nel banale, oppure che non ne valga la pena perché le proprie sarebbero semplici gocce nel mare.
    E... potrebbe anche essere così, anzi certamente molto spesso è così, ed è addirittura meglio ricordarselo in modo da non caricarsi di troppe responsabilità. Pochi di noi lascieranno un segno che cambierà il mondo. Tuttavia dovremmo pensare che magari le nostre parole potranno forse non cambiare il mondo, ma la vita di qualche singolo sì, e se possiamo salvare anche solo una persona... non ne varrebbe la pena?
    E' vero, magari ciò che abbiamo da esprimere può essere banale, ma molte delle cose importanti della vita sono banali, ricordarle spesso non è certo inutile.
    Molti tra noi non sono nemmeno così bravi nella scrittura, ma per questo in fondo esistono mezzi come i blog, per dare a ciascuno la possibilità di esprimere il proprio pensiero, anche se è sgrammaticato, un po' confuso e magari non proprio profondo... eppure può essere scritto al momento giusto nel posto giusto per qualcuno che ha bisogno proprio di quelle parole.
    Anche a me è successo. Un tempo avevo necessità di prendere una decisione grave ma era talmente importante che... temporeggiavo continuamente. Un giorno qualcuno scrisse che anche l'indecisione, se mantenuta troppo a lungo, diviene colpevolezza. Perole semplici, ma che erano proprio ciò di cui avevo bisogno in quel momento. Così mi decisi ad agire, e cambiai il corso della mia vita.
    La frase che da' la stura a questo post è molto forte, ma a mio avviso è giusto prenderla come una indicazione anziché in senso assoluto: non dobbiamo pensare di poter cambiare il mondo, altrimenti è molto probabile che ci condanniamo all'illusione e alla successiva delusione. Ma è puntando alla vetta che si riesce a salire almeno un po', aiutando non il mondo, ma almeno qualcuno.
    Lo scrittore avrebbe potuto davvero cambiare il corso della storia? Non credo. Da quanto si capisce, lui ha scritto, ma non è riuscito.
    E allora? Non ha colpa, ha merito per averci provato.

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  8. Ciao Carolina, spero tutto bene :-***

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  9. Ciao Wolf molto bello il tuo commento.

    Ciao Paola, diciamo che va bene, fra un casino e l'altro me la cavo.

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  10. Buongiorno MrLoto :-) non sono in vacanza :-)), grazie per questa gradita e inaspettata visita.

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  11. È da un po' che non scrivi... allora è solo pigrizia!! ;-)

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  12. Ciao come stai?

    Non sarai tanto sorpresa di questa mia visita?!...credo che in un modo o nell'altro ci conosciamo!!

    Tu hai qualcosa che è molto bello,mi hanno sempre colpita i tuoi interventi, i tuoi post,ma soprattutto la capacità di richiamo per attirare a te le persone,o perlomeno attirarle in maniera positiva per la forza delle tue parole..e darle sostegno.

    Vuoi sapere una cosa?
    Ci sono volte che penso che persone come te,come il mio caro Mr.Loto e di certo altri che preferisco non menzionare mi apparteniate,più di tante altre persone..

    Ultimamente scrivi meno del solito è vero!...Sa qual'è la bellezza del silenzio ?Riuscire a parlare,riuscire ugualmente a comunicare,ed è molto bello comunicare con noi stessi e poi avere la propensione a condividerlo anche con gli altri..

    Scoprire che il silenzio è il grado più elevato di comunicazione universale..

    Per questo ti chiedo davvero come stai?

    L.

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  13. Grazie "L", e qui il grazie non è di forma nemmeno di cortesia è sentito.
    Parole meravigliose e sono state donate a me. Grazie.

    Come sto l'ho scritto nel post che ho appena scritto.

    E scusami, sono sorpresa della visita ma non riesco a comprendere chi sei...mi piacerebbe saperlo.

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  14. E' proprio così, le parole sono molto di più di semplici segni grafici...sono vive e trasmettono vibrazioni e sarebbe opportuno essere consapevoli del loro peso, prima di usarle a sproposito.
    Le parole nascono comunque dai pensieri...per questo è importante avere un controllo sui nostri pensieri e non lasciarli andare a caso...coltivare pensieri luminosi è fondamentale per far nascere parole che trasmettano pace, armonia, bellezza, consapevolezza....
    Molto bella questa tua riflessione.
    Grazie per la visita e buona Domenica!

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