Rispetto alla situazione che sto vivendo, è morto qualcosa dentro di me? Se sì, cosa?
Sono rimasta un attimo in silenzio difronte a questa domanda...è morto qualcosa dentro di te? Sì. Ad oggi però non ho ben capito cosa o quale parte di me, con certezza so solo che qualcosa è morto. So per certo che negli ultimi tre o quattro anni è un continuo morire e rinascere dentro di me. Come nelle ultime settimane sento chiaramente che ci sono ancora alcune cosette che sono dure da estirpare ma io tenacemente continuo a tirare con forza l'erbacce dalla radice, forse con un una forbice zac e via sarebbe più semplice ma, nella mia mente c'è un vivido richiamo alla terra, al sporcarsi le mani di terra, alla pelle delle mani un po' irritata dai rovi e erbacce infestanti, scavo a mani nude, strappo a mani nude...sento che non posso fare altrimenti, il lavoro che mi piaccia o no è così che deve essere fatto.
Qualcosa è morto ma vorrei averne un immagine chiara per poterlo celebrare sull'altare dei sacrifici fondamentali, celebrare la sua fine celebrando così anche la rinascita.
Vorrei terminare di estirpare quel poco che ancora mi inquieta insieme a vecchie cose che tornano. Il mio mantra del momento è "andrà tutto bene", niente a che fare con il "virus" me lo dicevo già molto tempo prima. Funziona sempre.
Mi ripeto " va bene cosi, la situazione si ripete se vuoi mettergli fine agisci in modo diverso. Smussa, comprendi, pota, sorridi, rimodella, rendila come tu la vorresti e tutto andrà bene.. e così sia. "
Dopo questo mio ennesimo sermone riflessivo su me stessa vi avverto nel blog la tendenza cambierà, sempre a fianco di Eghetta la mia fantasy-gemella, sempre con le mie fasi cazzeggio ma con argomenti nuovi e tendenza nuova. Almeno spero.
Abbiamo voglia di leggerezza...
RispondiEliminaLa vita è questo: un continuo morire e rinascere. Per ogni cosa che va via dobbiamo riuscire ad arricchirci di altre così continuiamo a crescere. La crescita è un succedersi di separazioni a cominciare dalla nascita: per lo più queste separazioni sono dolorose, specie se riguardano parti di noi stessi e quindi cambiano l'immagine che di noi stessi ci siamo costruiti e della quale siamo innamorati, ma spesso sono salutari per ridimensionarci, maturare, acquisire coscienza dei propri limiti e... riuscire ad amarsi lo stesso!
Ciao, sono pienamente d'accordo
EliminaCome sempre, quando ti leggo capisco pienamente quello che scrivi, non solo con le parole.
RispondiEliminaCredo che ci sia sempre un periodo di transizione in cui sei quasi alla fine del processo di pulizia dalle erbacce cattive che però è accompagnato dal ritorno di vecchi pensieri: è giusto, bisogna metabolizzare quello che stiamo facendo, perdonarsi e perdonare errori, dimenticare di quella volta in cui per sbaglio insieme alle erbacce abbiamo tirato via le radici di un bellissimo fiore.
Capita, va bene così e forse la cosa peggiore è non avere il corpo del fiore per poterlo celebrare come si dovrebbe per chiudere un cerchio.
Mi piace il tuo mantra, io sono più portata invece a ripetermi "se sei qui è perché dovevi essere qui; magari avresti potuto percorrere una strada diversa per arrivarci ma ormai ci sei, adesso almeno sai su che sentieri non vorrai più camminare". D'altronde è questo l'unico modo per imparare :)