Istruzioni di lettura
Potete leggere i paragrafi alla rinfusa.
Se lo leggete tutto invece siete semplicemente degli eroi,degli splendidi eroi.
Salto ogni possibile introduzione a questo post, altrimenti temo che possa allungarsi ulteriormente
e rendermi ancora più difficile quello che vorrei scrivere, in questo momento dentro di me ci sono talmente tante cose che dargli un ordine e tenerle tranquille tutte mi resta semplicemente difficile.
Nulla di importante, solo pensieri, emozioni, scoperte, scontri e alleanze fra me ed Eghetta, e Scimmietta ( di lei vi parlerò un’altra volta).
Dunque partiamo
I libri
Ho notato ultimamente un mio differente modo d’ approccio ai libri. Un tempo ero più lapidaria nel sceglierli, accettarli, amarli o detestarli.
Bello o brutto, buono o cattivo, profondo o banale, leggero o pesante...e via così.
Oggi mi trovo a leggere libri che un tempo solo dopo qualche minuto avrei cestinato letteralmente, qualcosa ora me lo impedisce. Curiosità di scoprire fin dove va a parare? Un po’. Più che altro si tratta di “possibilità “. Sento di dovergli dare proprio questo la possibilità di svelarsi, di essere, e di darmi la possibilità di cogliere il suo senso senza essere precipitosa e istintiva, rifiutando a priori ciò che non parla mio linguaggio.
Come con “Il Budda Geoff e io”. Banale.
I dialoghi fra protagonisti sono banali per dei concetti così profondi. Eppure alla fine come mai potrebbe un buddista parlare ad un occidentale di Karma, del Divino, della causa effetto è viceversa, dell’effetto causa senza che il cervello di questo non scappi per timore e per la difficoltà di comprendere concetti lontani, inusuali e sepolti sotto il marasma di spazzatura della società occidentale; se non usando un linguaggio semplice e ricco di metafore conformi al mondo di Ed, il protagonista.
Eppure vado avanti a leggerlo, nonostante il sentore di banalità e dello scontato, perché di ripassare, confrontarmi, con quei concetti ne ho davvero bisogno in questo momento della mia vita.
“Organizza al meglio la tua vita”
Uno quei libri di self- help, di quelli che ti dici la solita ramanzina ma avevo bisogno davvero di organizzare la mia vita, o almeno di provarci.
Alla fine si è rivelato qualcosa di più di un semplice insegnamento di organizzazione pratica, divisione di compiti e priorità. Alla fine nero su bianco ne esce fuori dove ha fallito e continua a fallire la nostra società con tutti i suoi fallimenti generati dall’iperattività alla fine si corre tutti su un tapirulan. Si corre e non si arriva da nessuna parte, riempiamo stracolmo un vaso svuotandone un altro, il vaso che conta di più.
Sinceramente, avevo intenzione di scegliere un passo per ogni libro che sarei andata a citare ma per questo libro non so da dove cominciare. Dovrei riportare interi paragrafi perché ogni riga vale la pena di essere letta. Mi limito solo a dirvi leggetelo male non fa e costa anche poco.
“Perché non faccio le cose che mi fanno stare bene?”
Non potevo snobbarlo. Questa domanda me la ripeto a cadenza annuale ormai non so da quanto. Un altro libro all’apparenza di quelli scritti solo per vendere che rimarca il filone dei libri di auto-aiuto. Dentro invece è una sorpresa. Sempre che ti interessi sapere perché continui a non volerti bene. E se vuoi cominciare a volerti bene davvero ricorda principalmente queste tre cose:
Prima cosa
«Non devo lasciare che ciò che non posso fare mi impedisca di fare ciò che posso fare». Ovvero se non hai soldi per la palestra puoi sempre allenarti a casa, e così via.
Seconda cosa
«Non mi è permesso di picchiarmi da sola»
Se ti sorprendi a fare qualcosa di giusto - una qualsiasi piccola cosa - datti una pacca di compiacimento su una spalla, e dì a te stessa: «Brava, hai fatto qualcosa di buono». Perché è proprio così.
Terza cosa
«Se l’aereo dovesse perdere inaspettatamente quota, scenderanno automaticamente verso di voi delle maschere a ossigeno. Mettete subito la vostra maschera, prima di cercare di aiutare i vostri figli o qualsiasi altra persona a mettere la sua» ovvero noi donne dobbiamo prenderci cura del mondo, e per poterlo fare bene dobbiamo prima di tutto prenderci cura di noi stesse.Quando ti senti preoccupata di poter essere egoista, pensa alle istruzioni dell’assistente di volo sulla necessità di mettere tu per prima la maschera a ossigeno. Altrimenti non solo fai del male a te ma non sarai d’aiuto a nessuno.
Punto.
p.s non solo le donne aggiungerei.
p.s non solo le donne aggiungerei.
“ Per dieci minuti”
Questo libro quando uscì in libreria ricordo di averlo sfogliato numerose volte e ogni volta di averlo riposto sullo scaffale. Mi convinceva poco., ovviamente banale. Fino a quando on line l’ho trovato da scaricare gratis, non so cosa mi sia passato per la mente in quel momento, di fatto l’ho scaricato.
Risultato il giorno dopo ero in libreria ad acquistarlo.
Si, l’ho comprato, sebbene potevo leggero gratuitamente.
Perché i libri su tablet si leggono così così, perché i libri che mi dicono qualcosa li devo avere vicino, sotto gli occhi, toccarli, aprirli e chiuderli, viverli. Sono compagni, voci, amici e amiche. Anche quando li reperisco gratis poi li compro. Li voglio accanto e reali. Come reali lo sono chi li scrive, il cuore e l’anima che ci mettono dentro.
In questo libro mi rispecchio e ho visto dove manco, l’esercizio dei dieci minuti è un'ottima idea,e poi quella frase...
Da quando l’ ho letta me la ripeto in continuazione “ o dentro o fuori se stai sulla porta blocchi il traffico”. Mi piace un casino questa frase. Me la ripeto spesso, ascolto il suo suono ma soprattutto ascolto l’ effetto che mi fa dentro, nella pancia. Un grande effetto. Il potere del decisionismo, il potere di scegliere e di non rimane sulla porta a bloccare o a farti bloccare il traffico della tua vita.
Arriviamo a “L’arte di essere fragili”. L'autore scrive lettere al caro buon Giacomo Leopardi
Povero Giacomo da ragazzina non lo sopportavo lo “sfigato” avrei tanto voluto che si potesse trasformare da ranocchio in principe, solo per amore di giustizia. Io credo che ognuno abbia il diritto di avere il suo posto al mondo e di brillare e lui non brillava affatto e mi sembrava che di posto nel mondo ne avesse poco.
Poi un giorno, vent’anni dopo circa per caso mi sono imbattuta casualmente ne L’infinito e in quel infinito mi sono persa per sempre.
Infinito entrò nella classifica delle mie parole preferite e il Leopardi ad un tratto mi sembrò invece un eroe. Da quel giorno Giacomo trovò il suo posto nel mondo e diventò principe nel mio cuore.
Quella sua poesia letta casualmente anni dopo, in un momento un po’ così così della mia vita, fu come un illuminazione, passatemi il termine. E mi fu chiaro l’infinito, il tempo e la grandezza dell’amore e della vita. Appunto, infiniti.
Il libro in questione? Solleva grandi domande, temi vicini e reali, merita attenzione, modestamente profondo, ma solo modestamente.
“Come si fa a vivere, come si fa a sognare, come si fa ad amare, come si fa a trovare Dio, come si fa a trovare la propria strada, come si fa a non soccombere di fronte al dolore… Così mi sono convinto che gli adolescenti non hanno domande: sono domande. Riformulano con i loro silenzi gli stessi “perché” reiterati tipici dei bambini, ma su un piano diverso: il bambino chiede come mai ci sono le stelle, l’adolescente chiede come ci si arriva, perché la speranza è desiderio (de-sidera, distanza dalle stelle), la sua mancanza è un disastro (dis-astro, assenza di stelle).”
E parlando di desideri concludo
Non é di desideri che nella mia vita in questo momento ho bisogno ma piuttosto di obiettivi. Per quanto possa apparire stupido me lo sta facendo comprendere il gioco che sto portando avanti, con più moderazione e senza ambizione.
Ho compreso cosa occorre alla mia vita ora come ora, non desideri impalpabili, magari lontani da me ma di obiettivi, traguardi da raggiungere di volta in volta. Proprio come nel gioco, missioni da compiere, obiettivi da raggiungere, organizzare, comprendere cosa ha priorità e cosa con serenità può essere sacrificato per il raggiungimento di un obiettivo valido che in un modo o in altro il suo conseguimento permetterà di ottenere quanto è stato sacrificato in precedenza.
Per sacrificio non intendo tempo. Il mio tempo, quello dedicato a me stessa e agli altri, piuttosto si tratta di beni materiali.
Esercitare la pazienza, abolire il tutto e subito. La comprensione che non sempre privarsi di qualcosa è in realtà un sacrificio, o segno di privazione oppure segno, se vogliamo dirla tutta, di mancanza di disponibilità economica ma tutt’altro è seminare con equilibrio e pazienza, raggiungere l’obiettivo e di conseguenza rendere reale e vicina la realizzazione dei miei desideri.
Esercitare la pazienza, abolire il tutto e subito. La comprensione che non sempre privarsi di qualcosa è in realtà un sacrificio, o segno di privazione oppure segno, se vogliamo dirla tutta, di mancanza di disponibilità economica ma tutt’altro è seminare con equilibrio e pazienza, raggiungere l’obiettivo e di conseguenza rendere reale e vicina la realizzazione dei miei desideri.
E ancora per quanto possa suonare “banale” questo gioco sembra volermi convincere, che per quanto ogni missione o obbiettivo mi possa sembrare irraggiungibile o difficile in realtà è realizzabile. Questo è quanto puntualmente avviene. Certi livelli mi sembrano insuperabili ma poi con perseveranza, organizzazione,strategia, e paradossalmente con minor sforzo anche la fortuna mi aiuta e li realizzo tutti.
Applicato il tutto alla mia vita sta facendo girare le cose. Banale!. Sto cominciando ad amare questa parola ho trovato più idee, più forza nella banalità che nei grandi discorsoni.
“Il concreto realizza il sogno, il sogno realizza il concreto e dalla loro unione nacque un desiderio realizzato.. “cit mia
- Il Budda, Geoff e io.i Edward Canfor-Dumas
- Organizza al meglio la tua vita,Tony Crabbe
- Perché non Faccio le Cose che mi Fanno Bene?
Come rimettere noi stesse in cima alla lista delle priorità, B. J. Gallagher
- Per dieci minuti, Chiara Gamberale
- L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita, Alessandro D'Avenia
Molto diversi tra loro, vero, ma tuttavia legati in un modo o nell'altra dal filo conduttore del trovare una linea, del darsi una direzione. Probabilmente hai attraversato, in un momento del tuo passato, un periodo di grandi sogni, di altisonanti obiettivi. Alla fine hai percepito che la strada è la ricompensa. E che l'Obiettivo è fatto di obiettivi più piccoli, più concreti.
RispondiEliminaMa la vita va a fasi... non dare che un domani tu non risenta il bisogno di andare alla ricerca della pietra filosofale :-D
www.wolfghost.com
Posso lasciarti la mia sintesi del tuo post? Mi ha lasciato una strada da seguire..una meravigliosa strada.
RispondiEliminaHo messo insieme parole chiave..
POSSIBILITA'...BANALE...di ORGANIZZARE...COSE CHE MI FANNO STARE BENE..perchè SE STO SULLA PORTA BLOCCO IL TRAFFICO! Se sento di ESSERE FRAGILE forse vuo, dire essere concreto ed “Il concreto realizza il sogno, il sogno realizza il concreto e dalla loro unione nacque un desiderio realizzato.. “
Non è male questa cosa!
Grazie!
Io ho letto tutto, ma non mi sento un eroe ^^ Anzi ho trovato, come sempre, diversi spunti interessanti e molte tue sfaccettature anche in questo post sui libri :)
RispondiEliminaTi ho trovata su altervista, invece eri qui su blogger! Ti seguo!
RispondiEliminaTi ho trovata su altervista, invece eri qui su blogger! Ti seguo!
RispondiEliminaCiao Wolf ad essere sincera di andare alla ricerca della pietra filosofale non smetto mai, in un modo o in un altro è parte di me.
RispondiEliminaGrazie Stefano.
Ciao Maurizio ti ringrazio allora, un abbraccio
Ciao Mary ben ritrovata allora.
Ogni volta che leggo quello che scrivi sorrido, anche quando parli di situazioni difficili, di confusione e di delusioni.
RispondiEliminaSorrido perché in te vedo tanta bellezza.
I libri possono aiutarti ad aprire soltanto le porta che vuoi davvero varcare.
Ti abbraccio.
Grazie MrLoto, il solo fatto di immaginare che ti faccio sorridere mi fa piacere, un gesto di tenerezza che fa sempre piacere quando lo si riesce a suscitare in qualcuno, ma soprattutto fa piacere riceverlo, almeno a me.
RispondiEliminaGrazie anche per la bellezza che riesci a vedere in me.
I libri? In effetti li ho sempre considerati chiavi per aprire le porte.
Un abbraccio.
Alla fine, sono i libri a scegliere noi. E se la prima volta li abbiamo buttati da qualche parte pensando che fossero sciocchi e inutili, magari è solo perché non era il momento giusto per avvicinarci ad essi.
RispondiEliminaGrazie per la visita e per il commento. ...Ma anche per questo consiglio di lettura. :)
Condivido Antartica, i libri ci scelgono.
RispondiEliminaGrazie della tua visita.
Bellissimo il post,mi rivedo in tante cose oltre ad essere certa che qui ci siete voi... E ci sei anche tu ...Stefano...mr.loto...Carolina....
RispondiEliminaÈ possibile conoscere profondamente qualcuno senza mai essersi visti?
Il mistero non è nella possibilita' del conoscersi ...ma nel Ri/conoscersi..
Cos'altro è che ci lega se non l'Amore!!
L.
Ciao L mi piace quel "ri/conoscere" :-)
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