A
volte mi capita di leggere qua e là su riviste o libri frasi che non
so se definirle come vere epifanie o altro, assomigliano a porte che
misteriosamente si aprono o solamente si schiudono lasciando intuire
cosa vi si trovi oltre la soglia.
Frasi, ad
esempio come questa “non so cosa penso finché non lo scrivo”.
L’ho pescata nel libro della Gilbert, ve la ricordate ? L’
autrice di “Mangia Prega Ama”.
Questa
donna per quanto mi riguarda riesce ad essere sempre e, semplicemente
in modo disarmante,almeno per me, una boccata di aria fresca e leggerezza. Quella leggerezza
che occorre per fidarsi di qualcosa di immensamente grande, quel
qualcosa o qualcuno di misterioso a cui ti affidi e il tuo compito è
semplicemente quello di vivere e accogliere.
L'ho provato svariate volte nella mia vita, quando ciò accade ogni cosa va al suo posto, ogni cosa si definisce con chiarezza, tanto da sembrarti assurdo e ridicolo tutto quel dimenarsi senza poi in realtà concludere nulla se non sfiancarti e arrivare in fine alla conclusione che sarebbe meglio arrendersi.
Non so cosa penso finché non lo scrivo; e aggiungerei non so nemmeno quello che vivo dentro di me finché non lo scrivo, a volte non so neppure cosa desidero davvero finché non lo scrivo.
Ho passato un lungo periodo a non riuscire più a scrivere. Era come stare in prigione. Stavo scoppiando, mi stavo riempiendo a dismisura di sentimenti, sensazioni che non riuscivo a liberare. Razionalizzavo, catalogavo, etichettavo senza arrivare mai a nulla e l’ansia incalzava ancora più forte.
Fino a quando la mia ansia cominciò a raccontarmi di me.
-Alla fine mia cara dovrai pure guardarmi in faccia se scappi ti bracco, non ti mollo, scendiamo a patti e guardami. Buh ! Visto non sono così spaventosa, bruttina ma non spaventosa. Il mio solo scopo è di invitarti a comprendere chi sei.
L'ho provato svariate volte nella mia vita, quando ciò accade ogni cosa va al suo posto, ogni cosa si definisce con chiarezza, tanto da sembrarti assurdo e ridicolo tutto quel dimenarsi senza poi in realtà concludere nulla se non sfiancarti e arrivare in fine alla conclusione che sarebbe meglio arrendersi.
Non so cosa penso finché non lo scrivo; e aggiungerei non so nemmeno quello che vivo dentro di me finché non lo scrivo, a volte non so neppure cosa desidero davvero finché non lo scrivo.
Ho passato un lungo periodo a non riuscire più a scrivere. Era come stare in prigione. Stavo scoppiando, mi stavo riempiendo a dismisura di sentimenti, sensazioni che non riuscivo a liberare. Razionalizzavo, catalogavo, etichettavo senza arrivare mai a nulla e l’ansia incalzava ancora più forte.
Fino a quando la mia ansia cominciò a raccontarmi di me.
-Alla fine mia cara dovrai pure guardarmi in faccia se scappi ti bracco, non ti mollo, scendiamo a patti e guardami. Buh ! Visto non sono così spaventosa, bruttina ma non spaventosa. Il mio solo scopo è di invitarti a comprendere chi sei.
Addestrata
a stare nel mondo con tutto il tuo essere, combatti i tuoi demoni.
Sei figlia della creatività e sei donna sentiti solo degna di esserlo-.
La
Gilbert con questo suo ultimo libro ha colpito ancora...ancora mi
porto appresso la nostalgia di Mangia Prega Ama e tutto quel che ho
lasciato da allora incompiuto che oggi ritorna con questo altro libro
per ricordarmi appunto quel che ho lasciato incompiuto.
Ed
eccomi qui in questa domenica al parco che stava scazzando, grigia e
incerta come me d'altronde quando ad un certo punto qualcosa dal mio
profondo esplode, smania, sgomita. Non ho più tempo di aspettare
che ci sia il sole per riconquistare il sacro e santo diritto
d’essere, lo voglio adesso.
Se
non scrivo divento matta proprio come la Gilbert stessa scrive, non
importa cosa ne per chi purché scriva e la mia anima riacquisti la
parola. Solo così mi conosco davvero, mi vedo per quel che sono e
vedo le discrepanze fra chi sono in quel che racconto è quel che
sono nel mondo.
Solo
così Eghetta amata sorella ed io ci confrontiamo, scazziamo,
litighiamo, facciamo pace.
Solo
così la mia anima vive davvero, presente e infinita.
immagine di Jung Eun Park, Shiori Matsumtotto
I tuoi post mi lasciano spesso interdetto per le incredibili somiglianze "emotive" che ci accomunano.
RispondiEliminaAnche per me certe frasi aprono metaforicamente delle porte del mio essere più profondo e mi fanno raggiungere angoli che non conoscevo. È la meraviglia che ti regala chi ti offre un pezzo della tua verità!
Comprendo perfettamente anche la necessità di mettere nero su bianco quello che senti e vivi, perché la provo anche io. È un modo di rendere tangibile e visibile quello che abbiamo dentro. È un modo di guardare la realtà, ma anche di fare ordine.
E, cosa non da poco, quando si condivide quello che si prova su un blog, questo può aiutare qualcuno che è nella stessa situazione, che magari prova le stesse cose ma non sa esprimerle. Puoi aiutare qualcuno ad aprire una porta.
Ricordati che questa capacità di analisi e di espressione sono un grande dono.
A presto.
MrLoto grazie,grazie davvero per quello che hai scritto è qualcosa che conserverò.Un abbraccio.
RispondiEliminaBé, questo tuo post è l'esemplificazione di ciò che ho spesso lettoe sentito dire, ovvero che scrivere, per diverse persone, è il modo per eccellenza di esprimere sé stessi. E in fondo... non è forse vero che noi esseri umani ormai pensiamo quasi esclusivamente... "per iscritto"? Con parole e frasi anziché con immagini e suoni come, probabilmente, fanno gli altri animali.
RispondiEliminaE per chi ama scrivere, "pensare per iscritto" è un passo inevitabile :-)
Forse io non sono a questi livelli, ma certamente mettere i pensieri "nero su bianco" ha spesso aiutato anche me in passato :-)
www.wolfghost.com
Mamma mia com'è vero che non sai cosa pensi finché non lo scrivi!Moltissime volte mi sono messa a scrivere, anche se molte altre lo evito, durante momenti di rabbia o delusione, ed ogni volta mi sono resa conto di aver messo nero su bianco cose che..non avevo pensato :-P
RispondiEliminaLa scrittura mi ha letteralmente riportata in vita nel periodo più buio che ho vissuto e dal quel momento me ne sono innamorata. Scrivere fa esplorare l'io interiore, fa vedere nuovi mondi e vivere ancora più intensamente i sentimenti. Ringrazio Dio per avermi fatto appassionare alla scrittura :) Un abbraccio di cuore ♥
RispondiEliminaCiao Wolf, generalmente penso per immagini ma poi nasce la necessità di trasformarle in parole e di dare consistenza a qualcosa di impalpabile come le emozioni.
RispondiEliminaCiao Paola.da te è qualcosa che mi aspetto,entri sempre nel profondo, e quel che sta nel profondo può uscire solo a ruota libera.
Ciao Vivy è vero vivi è un grande strumento,come quasi tutta l'arte e molte altre attività che riesco a collegarci al nostro mondo interiore.E come dici bene tu grazie a Dio che a ognuno ha dato la sua giusta strada per esprimersi.
Un abbraccio.
Il linguaggio è uno strumento mutevole e suscettibile di essere utilizzato per scopi diversi. In generale la traduzione in parole implica una razionalizzazione, una sistematizzazione e ricollocazione dei pensieri e delle emozioni sulla base di criteri logici, ma... non sempre questo accade. Può esservi una presa di distanza ed una oggettivazione della propria interiorità, che quindi viene riletta da una prospettiva esterna piuttosto che interiore, ma non saprei dire se questa oggettivazione possa chiamarsi "sapere". A volte il fiume di parole scarica la piena interiore, a volte al contrario, il raccontarsi con le parole qualcosa di sé o altri funziona da mezzo di persuasione e di adesione ad una data interpretazione e carica dei sentimenti indotti da quella interpretazione. Le parole sono oggetti magici da maneggiare con cautela e rispetto, ma forse anche il mare di palline soffici e colorate in cui tuffarsi con gioiosa spensieratezza ed il silenzio... il silenzio Carolina ha un senso preciso, come la cascata o la roccia che rompe il corso del fiume, come la pausa nella melodia musicale. Non rimpiangere mai le tue parole e neanche i tuoi silenzi: bentornata Carolina :-)
RispondiEliminaCiao Sfinge,grazie davvero.
RispondiElimina..non so cosa pensa finchè non lo scrivo..per me è leggermente diverso perché io non capisco quello che penso finchè non lo scrivo.
RispondiEliminaPenso anche a tutte le volte in cui mi chiedevo se quello che avevo in testa potesse avere senso e, l'unico modo che ho trovato per capirlo, era scriverlo. Se fossi riuscito a scriverlo allora sarebbe stato qualcosa che valeva la pena condividere.
Grazie!
Ciao Stefano, grazie a te di passare a trovarmi ogni tanto.
RispondiEliminaCredo che poi alla fine la sostanza sia quella scrivere aiuta.