Che titolo dargli,non lo so.E non me ne dispero.Unicità.

                 A volte la sintesi non è i mio forte.E questo post sarà lungo.

Ieri ho ricevuto in google+ un commento al mio post  Il valore di un sorriso da
Clara Ascione , il commento è così bello che l’ho riportato nei commenti al blog,poi l’ho riletto e mi sono resa conto che il suo commento si regge in piedi da solo.Non ha bisogno di un post alle spalle per avere un significato preciso.È “pieno di suo”;come piace a me definire le parole;parafrasando più o meno  il titolo di un libro: le parole che curano.Quelle che fanno bene solo a sentirle quando abbiamo orecchie per ascoltare.

Però le cose non arrivano mai sole,con gioia e speranza(?) ho accolto questa mattina un articolo letto su Fronte Libero :”Contrastare l'aumento della sofferenza psicologica “, e che guarda caso in qualche modo ha un legame con il commento di Clara e si sostengono a vicenda.
Io mi fermo qui o divento logorroica nella scrittura a dismisura per tutto quello che vorrei dire.Vi lascio a qualcosa di più bello,il commento di Clara e l’articolo da cui ho estratto le frasi che mi piacciono di più  e di cui  pasco la mia  anima(sarà troppo?) solo a leggerle.
Va   detto,però, il  perché  della  mia  gioia  ho  visto   troppe  persone  perdersi  ,arrendersi,chiudersi,ingrigire,morire dentro …per tutte le ragioni di cui si parla nell’articolo.E questa svolta,la svolta di questo movimento finalmente riabilita il diritto all’unicità delle persone.E sia benedetta questa A-normalità.Io A-normale  mi sono sentita per molto tempo e a volte ancor oggi.

                                                            Commento

di     Clara    Ascione:
Un  pizzico di autoironia e di leggerezza a volte basta a salvare la nostra gioia di vivere: non dovremmo prenderci troppo sul serio, in fondo nessuna cosa, compresi noi stessi è destinata a durare in eterno e le delusioni possono essere elaborate in esperienze utili, la rabbia può essere incanalata in energia costruttiva! Essere costruttivi è sempre molto meglio che rimanere fissati e bloccati nel sentimento di impotenza che si prova di fronte ad un insuccesso. Dobbiamo apprendere dai bambini: non si impara neanche a camminare senza cadere molte volte, figuriamoci a volare!
Accettare la caduta come un comune incidente di percorso, senza attribuirvi troppa importanza è la via maestra per il successo :-))

                                                               Articolo

                             Siamo  contrari alle patologie e alle etichette psicologiche.

Riteniamo che la normalità, nascondendo in sé la trappola del conformismo sociale, finisca spesso per bloccare il fluire spontaneo della espressività individuale producendo malessere e sofferenza.

Mentre, la manifestazione della propria creatività costituisce quasi sempre una cura (naturale, efficace, economica e a disposizione di tutti) capace di far evolvere il dolore psichico in realizzazione personale e appagamento.
Vogliamo contrastare l’aumento dilagante della sofferenza psicologica e il consumo di psicofarmaci, con il ripristino di un adeguato ascolto della emotività individuale e sostenere una cultura dell’espressività e del diritto alla creatività

Nasciamo tutti diversi e ciascuno con il proprio peculiare modo d’interpretare la vita. Ognuno portatore di una ricca gamma di emozioni e sentimenti. Ognuno con il suo modo di amare.

Poi cresciamo, diventiamo grandi e viviamo in un mondo che ci spinge come pecore dentro un recinto di conformismo, dal quale spesso non è più possibile uscire senza sentirsi emarginati, incompresi e soli.
Dentro questo recinto, stereotipato e prevedibile, il cinismo e la competizione, purtroppo, sono i valori più quotati e chiunque si senta tenero, emotivo o sensibile è costretto a pagare il prezzo della diversità o a dover nascondere, a volte anche a se stesso, il proprio mondo interiore.

Questo stile di vita, teso soprattutto a raggiungere il consenso sociale, chiamato successo o realizzazione, poggia sui conseguimenti materiali e convenzionali e su un alto tasso di conformismo

La “malattia mentale” è la paura inconfessabile di molti. L’etichetta che sancisce la diversità e la conseguente emarginazione sociale, che terrorizza. Al punto che, segretamente, tante persone ricorrono ai farmaci pur di non ascoltare un sistema emotivo in contrasto con i dettami della società.
Bisogna essere come tutti gli altri. NORMALI. Anche nei sentimenti. Anche nelle emozioni.
Ma non tutti riescono a lobotomizzare la propria emotività per conformarsi agli standard sociali. Sempre più persone risentono del livellamento emotivo e dell’amputazione della propria creatività e le malattie psicologiche oggi più frequenti, la depressione e gli attacchi di panico, segnalano una falla nel conformismo. “Falla” che, a mio parere, non andrebbe “curata” ma valorizzata, esplicitata e incentivata.

Si può essere “a-normali” ed essere liberi, creativi, originali, appassionati, sinceri.
Nella ricetta della felicità questi ingredienti sono fondamentali.
L’amore è diverso per tutti.
Per questo ci rende unici e speciali.
Per questo rende speciale ogni essere che amiamo.
Nessuno è normale.
Quando ama.

Nell’A-normalità esiste la più profonda verità interiore di ciascuno.

Articolo integrale potete leggerlo qua :  Siamo   contrari alle patologie e alle etichette psicologiche.

Commenti

  1. L'ultima parte del commento di Clara mi ci voleva proprio... a volte mi fisso sullo "sbaglio" dandogli troppo importanza, facendomene una colpa che mi toglie il sorriso, quando invece come dice lei, non bisogna dargli troppa importanza, ma accettare e andare avanti.
    Bello questo articolo, io ci sono nata a-normale, e se prima era un problema, a un certo punto ne sono stata felice. Il "sistema" ci vuole ingabbiare, e dare uno stereotipo alla normalità. Beh, penso in questo caso che chi vuole entrare a tutti i costi in una certa normalità si perda davvero il senso della vita...
    un bacio!

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  2. E' forse scontato dire che condivido ogni dettaglio di quanto hai scritto, ma mi sento di dirlo e quindi perchè nasconderlo? Mi emoziono sempre quando leggo queste cose anche se è l'ennesima volta, sarò forse A-normale?
    Grazie Carolina, grande post, dovrebbero diffondere queste idee nelle scuole e in ogni dove, ma purtroppo non sarebbe normale e quindi ci tocca passarcele tra di noi.
    Sono convinto però che la massa di "normali" si sentirebbe sollevata/liberata anche solo nel leggerle queste cose, così da realizzare che non è strano sentirsi diversi dal luogo comune.
    E' tempo di cambiare, è tempo di essere quello che realmente siamo: esseri unici e speciali, ognuno con qualcosa da donare e da imparare, è tempo di vivere/amare.

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  3. Marcello grazie a te,per cosaTe lo dirò un giorno :-)).

    Ciao Vivy,A-normali lo siamo tutti ancora non si comprende che a volte certi stati d'animo sono parte del nostro essere,è reagire a se stessi e al nostro limite ad esempio come il caso degli attacchi di panico non è una patologia ma un auto-difesa.Ne ho sofferto per alcuni anni, con qualche ricaduta qua e là,ho imparato a considerali alleati,sono la mia misura del troppo pieno.Se raccontassi come ne sono uscita fuori non lo crederebbe nessuno.Non ho mai amato etichettare chi sofferente di certe patologie come ammalato,mai sopportata questa diagnosi.Tutto in noi parla e quel che non vogliamo vedere e sentire in qualche modo uscirà fuori.
    Un giorno a casa di amici,quando il bimbo andava ancora all'asilo c'era un tale subbuglio fra loro e il bambino perchè all'asilo il bambino ha scelto di colorare il tronco dell'albero di arancione anziché di marrone, e insisteva a farlo nostante i richiami dell'insegnate.Apriti cielo un albero arancione dal tronco alle foglie.Io al posto loro avrei ringraziato il cielo,a meno che mio figlio sia stato daltonico,esprimeva in quel modo tutta la sua indipendenza,tutta la sua voglia di solarità,tutta la sua creatività.Lo sapeva benissimo che gli alberi hanno il tronco marrone e le foglie verdi ma a lui piacevano arancioni.Quell'arancione aveva qualcosa da dire,direi molto da dire di lui.E questa è per loro anormalità.

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  4. Non sono normale nè anormale ma semplicemente io! Se mi si vuole conoscere davvero saranno tante le cose per cui gioire ma anche da elaborare.
    Come tutti voi posso riservare mille sorprese e colorare la mia vita come voglio e con chi voglio!
    Il problema è il tronco arancione a due anni o la stupidità e superficialità di chi crede che il mondo possa essere guardato solo da un'identica prospettiva?!!
    Sterile apparenza e parvenza di realtà per chi rinuncia a vivere fino in fonfo con il potere della meraviglia della vita!!!
    Un abbraccio

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  5. mmmm ... questo post mi ci voleva proprio e di nuovo grazie!
    Prima di parlare della mia a-normalità (che amo appassionatamente!) vorrei dire che ci sono persone, secondo me, che ci vivono bene nella normalità! Si sentono al sicuro sapendo di non dover prendere "decisioni", seguono la corrente e sono accettati dalla comunità! Se qualche domanda se la fanno, la ingoiano in un sol boccone ... troppa fatica esternare la verità di ciò che sono, preferiscono riposarsi all'interno di un gregge consolatorio, nella massa non spiccano e va bene così!
    Per quanto riguarda me, beh ... qualche mese fa qualcuno mi ha detto che, ogni volta che pensavo qualcosa dovevo togliere il 20 %, che mi conveniva uniformarmi, che sarebbe stato meglio per me ... non ricordo il termine preciso, ma il significato era che avrei dovuto uniformarmi alla società in cui vivo!
    Ho tentato per anni di adeguarmi, il risultato?! Depressione ed attacchi di panico!
    Negli anni mi sono sentita spesso dire "Tu non sei normale!" e la mia risposta, da quando ho capito che la società in cui vivo mi stava soffocando, è stata "Non ho mai tentato di sembrarlo!"
    Mi piace la mia diversità, non mi sento sola, sono ciò che sono e per quanti difetti io possa avere ... beh sono i miei difetti e me li tengo. A chi non piace sa dov'è l'uscita!
    Se tutti la pensassimo così forse vivremmo in un mondo più sano e colorato!

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  6. ah ... dimenticavo ... cara Carola, sto per condividere il tuo post! :D

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  7. Ciao Adhara,vedo con piacere che l'esercito degli A-NORMALI è numeroso :-) Un bacione.

    Mira è vero c'è chi nella normalità ci sta bene,Grazie :-))

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  8. Bellissimo post, vero e indispensabile fino alle virgole! A normale anche io, con orgoglio e tribolazione. Pago i miei prezzi, vado avanti, invidio qualche volta la normalità degli altri, alcuni....

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  9. Ciao Pinkg,siamo tante belle persone :-))?

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  10. Sì, direi che alla fine lo siamo ;-)

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