La vita chiede di essere vissuta

Non volevo pubblicarlo,volevo cancellarlo ,nel momento in cui l’ho scritto ero immersa in una sensazione di tristezza ma l’ultima cosa che voglio che Rossana Benzi sia sinonimo di tristezza ma semmai di coraggio,vita,gioia.
Cancellarlo per me significa non rispettare Rossana,significa non affrontare le mie paure…e allora così sia…lo pubblico.

Deena M. a volte propone esercizi di scrittura introspettiva che creano in me un vuoto tremendo,come questo del polmone d'acciaio"immagina di doverci restare tutta la vita" un esercizio  che mi ha portato indietro rammentandomi di Rossana Benzi,lei sì che ci ha vissuto tutta una vita lì dentro.
Per lunghi periodi ho "opportunisticamente "usato il dolore e la risposta al dolore degli altri  per non fare ENTRARE DOLORE INUTILE NELLA MIA VITA e quello di Rossana  fu per un esempio che mi portai dietro a lungo.
Quando facevo i capricci,quando mi prendevano crisi isteriche del tipo" non ce la faccio" quando stavo per mettere in atto rappresentazioni vittimistiche la mia mente correva a ricercare esempi,grandi esempi da imitare verso cui ogni mio stupido capriccio,atto d'arresa,di tristezza risultava talmente stupido a confronto da dissolversi immediatamente.
L'immagine era sempre quella mi dimenavo annaspando in meno di mezzo metro d'acqua come chi sta per affogare ma in così tale livello d'acqua affoghi solo se volontariamente la testa l'immergi tu,quindi  pensavo  a chi  veniva sommerso e travolto da fiumi in piena che lottava,s'aggrappava anche a ramoscelli sottili pur di vivere  mentre io ero lì con l'acqua appena sotto le ginocchia e mi dimenavo come una disperata, ad un certo punto mi sentii ridicola,piccola e viziata...così smisi una volta per tutte di esasperare i problemi.
Dopo questa disgressione tornando all'esercizio proposto nella teoria dovrei immedesimarmi nei panni di chi resta intrappolato per tutta la vita là dentro.Impossibile calarmi nella parte per quanto ci provi di fatto io so che la realtà è diversa e che da quel polmone posso uscirci quando voglio.Questo mi renderebbe poco autentica...abbozzo solo un tentativo.

Le luci soffuse disegnavano ombre sui muri,muri anonimi, sconosciuti,impregnati di un odore che non riesco a riconoscere...voci rimbombanti e lontane.Buio.
Scoprii al mio risveglio di trovarmi in un "qualcosa" un ammasso di ferraglia,in qualcosa che da bambina mi avrebbe divertito come l'astronave di Capitan Harlock ma ora mi fa paura- cosa minchia ci faccio qui!-.Ho paura perché ho intuito cos'è -da qui cazzo non ci si esce più-.

Nella testa sento  un ronzio fortissimo ho come l'impressione che io e la mente ci stiamo separando,sento in gola un urlo che non riesce ad uscire.Non sta accadendo a me,chiudo gli occhi e tutto sarà come prima,a casa nel mio letto,è solo un fottuto sogno.

Non so quanti giorni sono passati,quel senso di follia si sta attenuando ma non smetto di chiedermelo resterò per sempre qua dentro?
Come saranno i giorni,gli anni?Cosa diavolo si fa qui dentro immobile,incapaci di tutto,sarebbe meglio finirla qui.Ora!
Dovrei essere fortunata sono viva...ma è essere vivi questo?.

I giorni passano un po' più veloci ho sempre gente intorno, c'è sempre qualcuno che parla con me.Ma per quanto ancora amici e parenti si ricorderanno di me?
Come possono rimanere legati a qualcuno che "non c'è"?.

Non riesco nemmeno più ad immaginarlo un domani...dove sono tutte le mie cose?I miei progetti?Dove sono finita io?
Chi sono adesso?Un tutt'uno con questa ferraglia...posso solo dire grazie che posso ancora parlare e sentire.È già qualcosa.

Quello che rende intollerabile tutto questo sono i miei no alla vita.
Quando mi sono chiusa invece di aprirmi,quando non ho rischiato,quando mi sono detta tanto c'è tempo.
Ora di tempo c'è ne tanto,fin troppo peccato che sia inconsistente, non ho forma,non ho libertà di azione...posso solo immaginare tutto quello che potrei fare e immaginare mi aiuta a resistere.

Cerco nella mente qualcosa che in passato mi abbia saputo consolare,fatto sentire meglio,qualunque cosa che mi ha fatto sentire che valeva la pena di andare avanti comunque...lo cerco...non lo trovo.Devo inventarmi una ragione nuova.

Sono prigioniera.Da quel primo giorno sono passati anni...restano in me ancora molti interrogativi ogni tanto mi addormento con la speranza che sia un sogno, ho imparato a conviverci col mio amico ferraglia,pensavo che più nessuno sarebbe passato per un saluto e invece qui ci viene ancora tanta gente perché attraverso le mani di qualcun altro ho continuato a comunicare con il mondo là fuori,ho continuato a crescere nell'anima e loro con me.

Mi fermo qui, qualsiasi cosa potrei scrivere sarebbe solo il frutto della mia fantasia,di quello che vorrei io: non mollare e trovare una forza incredibile per accettare un sogno imprevisto da cui non ci si sveglia e trasformarlo nella tua vera vita.E si sa bene come fra il dire e il fare vi sia in mezzo il mare.Posso immedesimarmi e semmai comprendere la bellezza della mia vita ringraziare ogni qualvolta che dio  mi bacia in fronte ma non potrei mai scrivere una storia su un dolore così grande che non conosco.Posso solo immaginare e comprendere cosa ho da perdere ma non come potrei affrontare una tale situazione,sebbene l'intento dell'esercizio è quello di comprendere chi sei,cosa vuoi adesso.

Preferisco di gran lunga le parole di Rossana
 
“Credo che la vita vada sempre vissuta comunque, perché non vivere è essere sconfitti. E non credo che sia giusto, essere sconfitti”
A lei vien difficile rispondere "ognuno ha il suo dolore" come a volte succede quando ti dicono c'è chi sta peggio,se lo facessi mi sembrerebbe di tornare ad affogare in quel meno di mezzo metro d'acqua senza avere via d'uscita.


Questo invece è quanto fu capace di fare lei
Rosanna Benzi, vent’anni dopo.Una testimonianza di coraggio

Commenti

  1. Ciao!
    Ma sai che mia mamma a casa ha "Il vizio di vivere" e quando lo trovai da ragazzina rimasi colpita da quella foto in copertina e volli approfondire!Rimasi un po' "scioccata" chissà che un giorno non lo rilegga..ero un po' piccola per capire certe cose.
    La vita sempre vissuta comunque...bo a volte mi chiedo se restassi un vegetale o immobilizzata non so se vorrei vivere comunque, di certo credo che ogni decisione vada presa nel momento in cui ci riguarda in prima persona perché con i "ma" e con i "sé" non è vita e neanche storia!
    Buona ripresa, su su con il morale (detto da una che sto periodo sta cavalcando come una pazza di tutto e di più!);-))
    Un abbraccio

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  2. Vivere sempre e comunque. Vivere al massimo delle possibilità che ci sono permesse, fosse anche solo poter decidere in autonomia di allacciarmi le scarpe! Vivere sempre perché è ciò che di sicuro abbiamo. Poi si sa..a nessuno piace essere sconfitti perché, come dice Rossana, non è giusto esserlo.

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  3. Pensa a me che sono solo capace di lamentarmi e mi sento affogare in due centimentri d'acqua...ma da qualche parte la forza la devo avere. Ciao Carola!

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  4. Ciao Lilly quella forza ce l'hai ma mi sembra che non te ne rendi conto del tutto,non ora...tempo,ogni cosa a suo modo e al tempo giusto.

    Stefano quoto...ma non tutte le persone se ne rendono conto...e non è smepre facile.

    Grazie Adhara

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  5. Indubbiamente quelle di Rossana possono dare una grande forza a chi deve sopportare qualcosa che, messo a confronto, tanto grosso poi non è. Tuttavia è la vita che è così. Anche io ricordo a me stesso, ogni giorno, che già arrivare a quarantasette anni è stata una fortuna, che molti non ci arrivano e che, dunque, è inutile avere paura di non campare ancora un po'. Eppure in noi ci sono paure e timori arcaici che non possiamo eliminare del tutto, così come ci sono desideri che, messi di fronte alla vita ed alla morte, sembrano troppo piccoli per volerli perseguire. Ma se davvero facessimo così... la vita come la intendiamo noi, nella nostra società, non esisterebbe. La vita ci chiede di metterci in gioco quotidianamente, anche nelle piccole cose. Ci chiede di piangere od essere felici perfino quando perdiamo o vinciamo qualcosa che, di fronte alla malattia ed alla morte, sembra risibile. Altrimenti tutto si fermerebbe.
    Paradossalmente immergersi nella vita per onorarla significa anche questo. Quindi, pur usando esempi come quello di Rossana per farci forza, non sentiamoci stupidi quando ci accorgiamo di esserci depressi per cose... stupide, perché così è la vita, così è giusto :-)

    www.wolfghost.com

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  6. Ciao Wolfghost, non dico di sentirci stupidi per quei momenti no che accadono perchè devo accadere,sono stop che servono per riordinare e ripartire mi riferisco piuttosto alla esaperazione,alla reazione passiva, all'accentuazione di comportamenti quasi inutilmente vittimistici,a tutto quel star male inutilmente per qualcosa che guardato da vicino era più semplice e non poi così una tragedia come poteva sembrare.La mia vita avrebbe potuto prendere un'altra strada se avessi viziato un certo atteggiamento nell'adolescenza, ma dire basta a lamenti,stupide scenette vittimistiche e prendere consapevolezza del dolore che mi stava intorno e della forza altrui ha reso tutto migliore.Non desidero che passi come un messaggio di gioire sul dolore altrui ma semmai di imparare e compredere da loro,e condividere un po' il loro dolore che mai si potrà capire totalmente,come regola insegna non potrai mai sapere davvero quel dolore non l'attraversi,rende anche più umani e si smette di averne compassione ma stima,molta stima.

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