Giudicare

Ultimamente più che a scrivere passo il tempo a leggere. Mi sembra di avere molto di più  da leggere che da raccontare. Capita che quel che leggo mi colpisce profondamente,parole che innescano riflessioni che mi spingono a fare un passo oltre o se è il caso a farne due indietro.
Da qualche tempo leggo il blog Forme Vitali di Mauro Pellegrini; ve lo consiglio, Pellegrini ha scritto un articolo molto bello sul "giudicare", desidero  però, riportarne qui solo un breve ma credo essenziale paragrafo, senza entrare in merito all'intero articolo.Trovo sufficienti le domande che Pellegrini si pone e pone senza tanti altri discorsi  sul giudicare, sul il nostro modo di farlo e le ragioni che ci spingono a farlo rendendo difficile il mettere in pratica invece quella sana, e per me liberatoria,buona  abitudine del “non giudicare”. Chi ha provato a non farlo anche solo per brevi periodi o per una manciata di minuti sa cosa intendo quando scrivo“ liberatoria”.
Sono sufficienti le sue domande, in quanto io credo che la risoluzione sia soggettiva. La presa di coscienza di tale comportamento  e le sue motivazioni  possano essere trovate solo tramite un attenta osservazione di se stessi, sempre a patto che non si tema di farlo, e che  non esista al mondo vademecum,né dogma o valore inculcato a forza  che possa impartirci l’insegnamento del non giudicare e della bene che se ne riceve se non esplorando in noi stessi.


Sul buon uso dell’ignoranza di Mauro Pellegrini

Come ci orientiamo quando esprimiamo un giudizio? A partire da quale convinzione intraprendiamo certe azioni, compiamo certi gesti? Cosa ci spinge a condannare certi comportamenti e ad assolverne altri? E, per usare la metafora dell’incipit, dalle spalle di quale gigante il nano ha guardato il mondo? 


“Siamo come nani sulle spalle
di giganti, così che possiamo
vedere più cose di loro
e più lontane, non certo
per l’altezza del nostro corpo
ma perché siamo sollevati
e portati in alto dalla
statura dei giganti”
Bernardo di Chartres


Comunque per meglio comprendere vi consiglio di leggere l’intero articolo di Pellegrini.

Commenti

  1. Mi rendo conto, giorno dopo giorno, che è sempre più difficile non giudicare. La verità, però, è che giudichiamo senza guardarci allo specchio e ad ogni giudizio le contraddizioni aumentano. E' vero, c'è soltanto libertà e leggerezza quando si è liberi da ogni giudizio, sia proprio che altrui... e mi piace questa tua leggerezza d'animo... continua così ;-)

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  2. Ciao Carolina.
    Mi hai fatto venire in mente una domanda fatta a Longanesi nel corso di un'intervista.
    La domanda era semplicemente cosa lo spaventasse di più e la risposta fu "giudicare il prossimo".
    Aggiunse che intendeva proprio giudicare, perché condannare è, al contrario, molto semplice.
    Penso che questo sia più o meno il fulcro del problema.

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  3. Ciao Lola,grazie.Con ciò non significa che certe volte,o in alcuni periodi particolari io non ritorni a far dominare il mio giudizio,ma quanto capito ne sento pesantemente la differenza.

    Ciao Kore,condannare e giudicare è diverso,ma a volte anche nel giudicare c'è una certa pesantezza,e giudicare,l'ho notato in me come in altre persone a volte diventa una specie di compulsione,giudizi sterili,giudizi distorti dal nostro sentire interiore,quando si resta semplicemente in ascolto e in contemplazione s'arriva a comprendere molto di più e chiaramente.
    Un abbraccio,grazie di essere passata da qui.































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  4. Noi diventiamo ciò di cui ci nutriamo, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, certamente non nel breve periodo. Ciò che leggi diventa ciò che sei. Se si sta attenti a sé stessi, ci si può di fatto ritrovare a dire ciò in cui ci si era imbattuti tempo prima, magari proprio con la lettura. E a volte è proprio una sorpresa perché non si pensava di aver "interiorizzato" :-)
    Giudicare è fare confronto, anzi è dare peso al confronto. Mentre "confrontarsi" può essere sano perché aiuta a crescere sé stessi, dargli un peso inizia ad essere pericoloso perché in genere si associa invidia e risentimento. Si prò finire per difendere ad ogni costo ciò che si è e ciò che si ha, a costo di ditruggere ciò che è differente o non ci appartiene.
    Un bell'argomento :-)
    www.wolfghost.com

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  5. Credo che le nostre vite siano continuamente sotto il giudizio nostro e degli altri. Da una parte e dall'altra, anche perchè, in relazione agli altri, riesce davvero facile esprimere giudizi, anche molto alla leggera e senza curarsene... mentre riguardo a se stessi l'autocritica solitamente non appartiene a molti, ma nel frattempo, a loro volta, non mancano altri che non chiedono di meglio che giudicare noi.
    Sarebbe molto meglio, per tutti, guardare al proprio orto, e esprimere giudizi solo se richiesti, o almeno solo se profondamente ponderati :)

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  6. Non voglio essere superbo, ho davvero molti limiti ed ancor più difetti, però non ho grossi problemi con il giudizio. È qualcosa che non mi appartiene del tutto.
    Amo molto il genere umano, come tutte le forme di vita, e cerco sempre di comprendere.
    Quando assisto a dei comportamenti o a delle parole che non condivido non penso mai che l'altro sbagli o sia cattivo.
    Penso sempre che quei comportamenti e quelle parole nascono per delle ragioni. A volte fanno parte del vissuto personale delle persone, altre di una scelta diversa dalla mia dettata dal libero arbitrio, altre ancora è una necessità del loro spirito di sperimentare determinate emozioni o situazioni.
    Spesso la gente non capisce il mio modo di vedere gli altri e pensa che io "giustifichi" tutti, anche se in realtà non è affatto così.
    L'unico mio vero giudizio è sulla sofferenza. Se capisco che delle persone per il loro modo di essere stanno andando dritte verso il dolore o stanno provocando del dolore, cerco sempre di farle ragione, di far notare loro che stanno"sbagliando". Ma non per giudicarle solo per cercare di aiutarle.
    Sostanzialmente credo che soltanto l'amore possa evitarci di giudicare gli altri... ed è qualcosa che non può essere insegnato, deve nascere dal nostro cuore.
    Buona giornata.

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  7. Argh, io giudico poche persone ma spesso. Giudico in base a me, a come io sento le cose che ho intorno. Giudico per me stessa, non per cattiveria o per liberare al mondo il veleno di una parola carina.
    Giudico quando ritengo che una persona non meriti di stare nella mia vita o in quella di chi amo. Che è molto da persona superba e megalomane, ma se lo ridimensioni al mio piccolo ed alla mia vita non ha un eco così grande.
    Tanto anche noi veniamo giudicati a nostra volta: un piccolo cerchio che si chiude. L'importante è sapere che noi siamo come ci vediamo, non come ci vedono gli altri.

    Un abbraccio :-*

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  8. Ciao MrLoto comprendo quanto scrivi,avrei più piacere ad avere accanto una persona come te che tutti i giudicanti da cui sono attorniata,

    Rispondo a tutti con un solo commento,per intendere quanto io ho scritto credo che lo si possa fare solo tramite la medesima esperienza,ognuno di noi giudica ed é giudicato,ognuno userà il suo metro per farlo,ed ognuno gli attribuirá un valore personale in base alla sua esperienza, tutte cose che nel corso della vita possono cambiare mano a mano che la nostra comprensione cambia.
    Io sono passata attraverso varie fasi,quella del non giudizio come MrLoto,quella della stanchezza a comprendere sempre quindi facendo tout court con un giudizio,senza dovermi sobbarcare di comprendere chi avevo davanti,poi sono entrata nella fase del giudizio quasi compulsivo,durata poco per fortuna,mi sono rimessa in riga subito,quindi sono ritornata alle origini e in tutta sincerità ne ho le scatole piene di chi giudica troppo ma non giudica mai se stessa/o.Pera quanto mi riguarda sto bene così non ho bisogno di giudicare tutti e non sento più al medesimo tempo il bisogno di comprendere tutti,e proprio le volte che .a sciogliere andare ogni cosa trova il suo giusto peso e la sua giusta misura.
    Ciao

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  9. Correzione dell'ultima riga -lascio andare-

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  10. Il giudizio non credo sia sempre negativo, quando é dato con intelligenza e consapevolezza, soprattutto a se stessi, ma forse diventa critica. Ho imparato che i giudizi più affrettati sono i peggiori, che chi sputa sentenze ha paura di avere lo stesso trattamento. Dovremmo vivere con leggerezza!

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