Uccidere Eghetta? Mai.

                                               Immagine   Shawna Erback

Ho riletto più volte alcuni passaggi di questo articolo “Uccidere l'Ego” mi ricordano tanto Eghetta e il nostro rapporto. Di ucciderla per davvero non vi è mai stata ragione. Alla fine Eghetta è qui affianco a me e non senza ragione. Ogni suo gesto impulsivo, ogni suo capriccio, quella folle testardaggine davanti a talune cose sono solo il suo modo di manifestare il suo affetto e il suo attaccamento per me.
Mi protegge e riempie là dove io manco.
A lei manca la riflessione, talvolta la saggezza che occorre per superare una realtà che di reale non ha ben nulla e che per lei è difficile da digerire.
Eghetta un po' ferita e un po' persa forse ha preso troppe cose a muso duro, si è anche lasciata travolgere da un vivere che poi alla fine non li piaceva più di tanto,o forse io non ho spinto sufficientemente Eghetta a credere nella possibilità che c’erano strade percorribili per quanto sembrassero lontane. Ed è per questo che ad un certo punto ho sentito il bisogno d’intervenire,perché ritrovasse la strada. Eghetta ad un tratto ha perso il freno e la sua impulsività acerba e ribelle ha fatto tutto il resto.

A difesa di Eghetta c'è da dire che senza di lei mi sarebbe quasi impossibile vivere in questo mondo in questa realtà mi sentirei perennemente straniera in terra sconosciuta.Sentirei che nulla di quello che mi circonda è vivo e mi appartiene. Probabilmente questa è stata una delle cause, se non la principale del lasciare scorrere tempo e sogni: il sentore che la vita fin dei conti non è qui, la nostalgia di un luogo lontano, la palese sensazione che qui correre è tutto sforzo inutile.

Eghetta è il contro peso. Insieme sulla bilancia creiamo l'equilibrio.

Sono sempre stata in bilico fra quel che consapevolmente  percepisco e del mondo interiore conosco e la realtà esteriore. Non è poi difficile quando scopri che dietro un effetto strabiliante esiste un trucco da maghi illusionisti, sentirsi stranieri nel mondo in cui vivi. Una volta scoperto il trucco niente è più digeribile e nulla sembra più appartenerti o realizzarti.

Eghetta forse a volte è stata troppo severa nel giudicarmi però mi rendo conto solo ora che così facendo sperava che mi dessi una mossa, e fin dei conti cosa giudicava? Se non quel che poi fin dei conti si  è rivelato vero. Che c’è stata data questa vita e non è meno degna di una qualsiasi vita in altra forma non terrena, che nonostante tutto vi è una forma di bellezza e piacere che vanno assecondati anche oltre la spiritualità, perché la vera saggezza sta nel bilanciare le cose nel dargli un senso profondo oltre la materialità,la durata.il possesso. Il prendere e il dare,il trattenere e il lasciar andare, l’accettare e il cambiare, sono esercizi di quotidiani dell’anima che impara a trascendere una realtà apparente per renderla migliore. Rifiutarla e rinunciare alla bellezza e al piacere per quanto possa di primo acchito apparire effimero e poco essenziale non aiuta né l’anima né l’ego. Genera solo frustrazione, malumore, abbruttisce il mondo dentro e fuori di sé, come per contro il troppo storpia anche nel volere avere e non saziarsi mai, nell’attaccarsi morbosamente. Qui non si può essere tutto  ego o tutta anima,qui si può essere solo entrambe ben amalgamate e unite in mutua solidarietà.


Se un grande ego vive di quel che accumula e dei suoi piccoli e grandi successi quando il Sé  sovrasta l'ego il vuoto in cui ti trovi è così enorme da sentirsi più che in pace, persi.Così accade che accetti di prendere ciò che l'ego ti offre per restare a galla nel vuoto e riempirlo di fronzoli...ma cosa avviene se anche l'ego è saggio e ha compreso?
Avviene quel che è accaduto fra me ed Eghetta, un grande affetto e legame in cui vicendevolmente ci si cura e protegge a vicenda. Si sbaglia e si cresce. Lei conosce molto bene il mondo della realtà illusoria e sa come destreggiarsi nelle sue illusioni io conosco meglio ciò che si nasconde oltre il velo, e so quando intervenire. Intervengo quando i suoi conflitti non sanno più fare discernimento fra l'inseguire illusioni o il lasciare andare,quando non sa come e con  cosa colmare il vuoto in cui a volte si trova persa.O quando un po' malconcia ritorna a casa dal mondo delle illusioni cercando riparo nella parte smarrita di sé: la sua natura divina,affidandosi a me.

A volte mi chiedo quale creatura può nascere da un Io e un Sé, perché forse anche il Sé è ancora troppo terreno, è l'altra faccia della medesima medaglia, perché anche il sé vive in terra e si ritrova a scontrarsi con il mondo delle illusioni ha il grande vantaggio di mantenere costantemente un legame con il divino, con quel qualcosa  che c'è ma non si vede, si sente e si respira. È solo grazie a ciò che riesce  ad aiutare l'ego a non ammalarsi, a non perdersi, a non dimenticare l'anima in una qualche parte dello spazio o del mondo rimanendo in balia di un illusione che lo distruggerebbe per sempre. Così come Eghetta ha la piena certezza che nel mondo dell’illusione la vita ha una sua dignità e un suo diritto di essere vissuta come lo si desidera, non importa come se scegliendo la via della frugalità o con l’armadio pieno di borse, se in completo silenzio e con la chiacchiera veloce, l’importante è che vi sia quello che io chiamo l’allineamento della mente, del corpo e dell’anima: pensiero,azione e sentire devono corrispondere.Tutto il resto nasce da questa triade nel silenzio e nell’immobilità assoluta, il giusto e il sbagliato,il vero e il falso, se non vi è allineamento di questa triade ogni cosa è solo un guazzabuglio di parole, di gesti compulsivi, di bisogni laceranti e di finte verità atte a giustificare e appagare l’ego fine a se stesso,oserei dire un ego senz’anima.

Jung afferma "...Se lui fosse padrone del suo desiderio, e non fosse invece il suo desiderio a impadronirsi di lui, avrebbe toccato con mano la propria anima, perché il suo desiderio ne è immagine ed espressione." E credo che abbia ragione, se i nostri sogni e desideri s’impadroniscono di noi diventano crudeli e devastanti ma quando ne siamo noi coscientemente i padroni, gli artefici, quando siamo la volontà stessa non avremmo fatto altro che vestire la nostra anima  per dargli visibilità nel mondo.


Credo che dall'unione dei due nasca qualcos'altro,non so cosa ma credo che  nell'unione d'entrambe si nasconda una creatura speciale.Forse la vera essenza di tutto…non lo so.

Commenti

  1. Ciao carolina,
    ho letto questo tuo introspettivo post con molto interesse e mi ha comunicato un senso di serenità nella ricerca positiva di equilibrio che sento nelle tue parole.
    Ti saluto con affetto e aspetto notizie per vederci di persona, spero, in una delle trasferte livornesi.
    Marilena

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  2. Ma assolutamente no, perchè dovresti compiere un "eghetticidio"? poi ti incarcerano ^^ ma soprattutto, poi perderesti una parte di te che è assolutamente preponderante, anche se tu riesci, molto bene, quasi a staccarla, a volte, dalla tua personalità, come se davvero "lei" fosse un altra. Invece è te, e insieme fate certamente una bella coppia, tu sei la "sorella introspettiva", che molto lucidamente sa analizzare questo e quell'aspetto del vostro rapporto, lo hai fatto molto bene anche qui... però "sospetto" che tu senza di lei, e lei senza di te, non ci possiate (e dobbiate) proprio stare :)

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  3. Non ho letto quell'articolo di cui parli ("uccidere l'Ego") e quindi forse non riesco a comprendere appieno il contenuto del tuo post. Colgo che qui per ego non si intende lo spazio dell'io presente alla coscienza e quindi l'autoconsapevolezza e la capacità di gestirsi, ma qualcosa di diverso, come la voglia di autoaffermazione ed in parte la vanità del Narciso o forse ancora la parte più infantile e diretta del proprio io... Comunque un dialogo romantico e tenero con se stessi, una drammatizzazione del conflitto che ci accompagna ogni giorno: una simpatica eghetta bambina ;-)

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  4. Ciao Fata,sarò presto a Livorno e spero di verderti altrettanto presto :-) grazie per il tuo commento,hai colto in pieno quanto volevo dire.

    Ciao MrLoto,ne sono convinta anch'io separate mai,non è possibile :-))

    Ciao Clara,in effetti l'ego, non è consapevolezza e presenza,è un termine che occidente e oriente intendono in modo diverso.L'ego è sempre bambino,sempre esigente,capriccioso,ribelle,tende ad avere sempre ragione anche quando perdendo la molla si fa del male masochisticamente.Comunque Eghetta non è narcisa e nè tende all'autoaffermazione( a superato queste fasi) diciamo che chiede quel che non gli è giustamente stato dato e rivendica giustizia per la sorella anima.Discorso complesso :-))
    Eghetta è bambina ma in crescita ora come ora direi che è allo stadio adolescenziale.

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  5. Mai uccidere il nostro Ego cara Carolina...! Che neanche ti venga in mente eh!
    Uccidere Eghetta significherebbe renderti spoglia di una parte di te stessa che ti contraddistingue e che ti ha accompagnato negli anni.
    Lei è stata un aiuto nel corso del tempo, ha reso più semplice e breve la strada verso l'equilibrio. Senza avresti barcollato molto di più, saresti stata più debole e fragile, secondo me.
    La sua forza, la sua tenacia, orgoglio, ribellione tipici di un ragazzo, ti hanno portato avanti, ad affrontare nuove sfide, senza mai arrenderti veramente.

    Sicuramente ascoltare soltanto Eghetta potrebbe essere deleterio, un tornado di forti emozioni.... è necessario un po' di calma, di lucidità, di leggerezza.
    Ma nella vita servono entrambe, serve pure quello spirito capriccioso e attivo!
    Un post magnifico, scritto benissimo.

    Complimenti!!!

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  6. Grazie Ilaria :-) Sono comunque troppo affezionata a Eghetta non potrei farne a meno.

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  7. Ciò che noi chiamiamo "realtà", Eghetta inclusa, è illusoria non nel senso che non esiste, ma che "non esiste di per sé"; ovvero Eghetta esiste solo all'interno di un contesto molto più ampio di cui fa parte integrante.L'errore che tipicamente si fa e che genera grande sofferenza, è proprio quell'attaccamento verso un qualcosa che non solo è transitorio e un giorno non ci sarà più, ma che già adesso, pur essendo reale (assieme a tutto ciò che c'è) non esiste di per sé. So che non è semplice da spiegare, ma Eghetta è un prodotto della tua mente, un prodotto che, se l'osservi attentamente, cambia in continuazione: non c'è bisogno di uccidere Eghetta, già lei non esiste, è solo una proiezione della tua mente. Prenderne coscienza vuol dire rimanerne distaccati quel che basta a non soffrire più del necessario per le sue vicissitudini. Morte inclusa. Ciò che non esiste di per sé, pur essendo realtà... non può morire, perché già non c'è (sempre "di per sé", naturalmente).
    Ho cercato di spiegare con parole mie il pensiero buddhista sull'argomento, non so quanto ci sono riuscito :-)
    www.wolfghost.com

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  8. Ti sei spiegato bene Wolf è un concetto buddhista che conosco,e so quel che intende.Grazie.

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  9. A parte l'immagine che mi ha letteralmente incantata per la tenerezza che sprigiona e per come è capace di tradurre in immagine quello che hai scritto, quando ti leggo Fata anarchica io rinasco...mente corpo e anima si allineano perfettamente ed io ritrovo quella serenità che a volte la durezza della vita mi toglie. Sono felice di averti conosciuta...o forse ri-conosciuta...chissà..ti abbraccio forte forte.
    Gabriella

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