Sulla via di Shambhala

Premessa: i vari punti estratti dal post: “Shambhala: la via sacra del guerriero”,sebbene possono non interessare a chi non segue e né ricerca un percorso spirituale nella propria via o a chi è poco incline a questo tipo di argomenti e qualcuno può essere anche diffidente nel pensare di poter trovare un possibile aiuto ai suoi conflitti interiori attraverso alcune discipline, credo che siano comunque buoni spunti di riflessione,toccando imprescindibilmente il sentire interiore di molti di noi

 

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“Quando ti accosti alla verità, quando diventi un vero guerriero, lascia andare ogni conflitto, riconoscendo che si può, in ogni momento, ripulire e ricostruire la nostra vita. Per questo la via del guerriero è un viaggio costante ed il guerriero è sempre autentico, in ogni momento della sua vita. La via del guerriero è basata sul sacrificio, sull’assenza dell’io e sul pieno rispetto di tutte le forma di vita. “

Quando abbiamo paura di risvegliarci, ci richiudiamo in un mondo familiare in cui nascondersi e dormire, ci rintaniamo in grotte e giungle personali, ci isoliamo nei nostri pensieri e viviamo spaventati dalla paura, isolando il nostro cuore.

Nel bozzolo non si balla e non si ride, non si cammina e non si respira, si soffoca ma ci si sente sicuri, si vive in un perpetuo sonno.La via del codardo consiste nell’avvolgersi nel bozzolo, atrofizzato in stili e modelli ripetitivi di vita. Nel bozzolo non si balla e non si ride, non si cammina e non si respira, si soffoca ma ci si sente sicuri, si vive in un perpetuo sonno.

Il coraggio è guardare oltre noi stessi ed aiutare gli altri, non dobbiamo avere paura del mondo, perché la paura spinge a chiudersi in un nido come in un comodo rifugio. Per scoprire cosa possiamo offrire al mondo, dobbiamo scoprire quello che di unico vi è nella nostra esistenza, dobbiamo scoprire ciò che di innato si nasconde in noi stessi

Continuamente sperimentiamo la vera bellezza e bontà della vita senza saperla apprezzare, la consideriamo banale e del tutto casuale, senza saperne vedere la grande prova di esperienza e di maturità che essa ci fornisce.
Le persone sono scontente di ciò che hanno, perché vogliono le cose in modo sbagliato, la vita invece va affrontata con un leggero umorismo, un perfetto e reale senso di umorismo che permette il lieve tocco dell’apprezzamento. Affrontando la realtà con violenza, sbattendola al tappeto, essa risponde causando sofferenza, invece, saperla vedere con un leggero senso di ironia ed umorismo aiuta ad apprezzarla, aiuta a vedere le esperienze come evolutive, sia nelle cose importanti che nella piccola realtà quotidiana.

La gente non si apprezza perché non ha gentilezza e compassione per se stesso, per questo non può essere gentile e compassionevole con gli altri. Non dobbiamo punire o condannare noi stessi, ma rilassarci ed apprezzare il nostro corpo e la nostra mente, dobbiamo aprirci a noi stessi e sviluppare il senso di auto-tenerezza consistente nel vedere i nostri problemi, ma saperne vedere anche le potenzialità positive. 

Sulla  via di *“Shambhala” invece la disciplina del guerriero e la sua dedizione sono incrollabili, per questo egli è sempre felice, il guerriero Shambhala possiede un’acuta intelligenza, perché indaga sempre sui moventi delle cose, e possiede una coscienza meditativa che gli permette di capire quale posto occupare nel mondo. Il guerriero sa lasciare andare ciò che non può far parte della sua vita, lascia andare ogni traccia di dubbio e di esitazione, non vuole convertire gli altri e non li prevarica, non li umilia, perché è sicuro e tranquillo nella sua essenza. Nella vita del guerriero non vi è spazio per la trascuratezza, per l’insofferenza o per la non accettazione, non vi è spazio per l’inganno; egli non cerca di apparire migliore di quello che è.

Per tutti questi motivi il libro di Chogyam Trungpa, “Shambhala: la via sacra del guerriero” è un vero libro delle meraviglie, insegna come cancellare ogni arroganza e prepotenza, insegna come vedere lo splendore e la magia dell’universo, indica come vivere diventando un essere umano magnifico, coraggioso e fiero in ogni circostanza.


*Nelle antiche civiltà dell’India, del Giappone, della Corea, ma soprattutto in Tibet, esiste il mito del regno di Shambhala. Secondo il mito, il regno di Shambhala è nascosto in una valle remota del Tibet, ed è un luogo di pace e prosperità, governato da re saggi e compassionevoli. A Shambhala si praticano gli insegnamenti del Shakyamuni Buddha, consistenti nella via sacra del guerriero. Il termine guerriero deriva dalla parola tibetana pawo, cioè “colui che è coraggioso” ed è la tradizione del coraggio: dell’assenza della paura.

Estratto dall’articolo  Shambhala: la via sacra del guerriero dal blog La compagnia degli erranti

Amo tantissimo questo blog vi consiglio la lettura del post e il blog.

Commenti

  1. Trovo quello che hai scritto meravigliosamente bello e vero, peccato che nell'immaginario collettivo le letture che consigli siano considerate delle ottime letture tranne poi fare tutto il contrario di quello che hanno letto. In altri termini alle discipline a cui ti riferisci non viene riconosciuta nè concretezza nè dignità di insegnamento di vita. Io,che nella vita ho deciso di non privarmi di nulla, ho sempre cercato di mettere in pratica quello che leggevo e il risultato devo dire che non mi dispiace. Non sono diventata esattamente un'asceta, ma la mattina mi sveglio allegra e, a chi ingrugnito mi chiede come faccio a sorridere al risveglio, spiego semplicemente che se c'è un momento in cui sorridere è proprio il risveglio, semplicemente perchè non è ancora successo niente che mi faccia incazzare. Ho imparato a volermi bene e non perchè stava scritto nelle frasi di Osho, ma perchè i suoi insegnamenti mi hanno fatto capire che la vita non è qualcosa che si subisce, ma un libro bianco in cui ognuno di noi può scrivere la sua storia...qualcuno scrive favole e si sente fortunato, altri scrivono storie di
    cui sono semplici comparse. Ed hai ragione tu Fata Anarchica...la vita è un gioco e saper giocare bene al punto di divertirsi è una cosa seria.Ti abbraccio forte forte.
    Gabriella

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  2. Io ammiro veramente chi riesce a seguire tali discipline, a metterle atto, a prender la vita con il sorriso.
    Ho tanto da imparare da questo post, da queste filosofie. Forse tutto. Dal volermi bene, al sorridere, a vivere la vita con umorismo, al cercare di annientare l'immenso io che c è in me....
    Grazie Carolina.
    Un abbraccio.

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  3. È vero Gabry il peccato più grande è che restino solo parole,attimi.Io credo che si perda molto.

    Ciao Ilaria,non è facile ma basta anche mutare una sola virgola per avere una prospettiva diversa.

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