Fase cazzeggio Il giorno dello scazzo

Questo è il post che non avrei mai pensato di scrivere.
Il giorno dello sacazzo,le finezze le riservo per altre occasioni  non  oggi.
Una giornata fra un senso di noia che nasce da un senso d'ansia, ripartito fra la mia fobia di cui un  giorno parlerò(forse) e un sentimento che non so bene come affrontare.
La piccola Randy sta un po' male,le sue zampe da qualche giorno non la tengono su, mi divido fra ottimismo e accettazione fra un senso di totale smarrimento perchè vorresti fare fare ma in realtà da fare che c'è?Se non aiutarla a camminare,sedere,alzare...al medesimo tempo vorrei mantenere una nota di allegria e serenità intorno a lei,la positività aiuta lei e anche me.

Una giornata di scazzo dove la mia mente e lo spirito vanno alla ricerca dell'atteggiamento migliore, strattonata qua e là da altri pensieri più o meno futili e l'avvanzata della mia fobia.
Guardo la mia fobia e mi sento presa per il culo,poi passo ad una serenità incredibile, poi la fobia mi riguarda sorniona non ho trovato di meglio che fargli segno con un dito( immaginate quale) lei sguscia via e torna la calma, ci riprova torna all'attacco al che mi rompo le palle e la mando a fanculo( so'fine oggi)...mi sento ridicola.

Mi attacco ad ogni massima zen che mi viene in mente,mi attacco a tutto ma in realtà ho ben chiare le cose.
Ci patisco a vedere Randy così ma comprendo anche che è tanto anziana e che tutto non può essere sempre come vorremmo e merita serenità comunque sia.
So da dove nasce la mia fobia,è solo che da anni ne avevo fatto pace più che altro evitando ogni cosa che la riguardasse che affrontandola con il metodo "del contrario" ovvero fai quello di cui hai paura perchè in realtà il soggetto della mia fobia è legato ad una paura miseramente umana,il soggetto lì per sè non mi fa nè caldo nè freddo.

Va bene mollo un po' di sfogo, un po' di sorrisi...passerà come tutto passa a dispetto di quello che al momento si vive.






Commenti

  1. I nostri sentimenti ed atteggiamenti non sono sempre nostri nel senso che non sempre sono generati dal nostro volere, spesso, di questi tempi, vengono ingenerati a forza tramite vibrazioni disarmonizzanti e deleterie. Bisogna sempre stare in guardia riguardo ai propri comportamenti per capire se sono naturali o indotti. Le persone percettive (le donne in particolare) soffrono in particolar modo le vibrazioni negative (naturali o artificiali) che spesso sfociano in sentimenti di depressione; non è il tuo caso.
    Tenuto conto comunque che le vibrazioni comunque influiscono sulla nostra vita, le sensazioni da esse generate/innescate si possono combattere nel modo in cui dici tu (fare la cosa contraria ad ogni costo) o cercare di comprendere quello che sta accadendo come un sintomo di risposto del nostro essere e dargli il tempo di riequilibrare la situazione.
    A volte sento l’esigenza di fermarmi in uno stato di semi depressione catatonica e ho la necessità di non ascoltare nessuno, ma solo me stesso, mi ci butto per un breve lasso di tempo sapendo che quella pausa mi ricaricherà.
    Riguardo agli eventi spiacevoli che capitano a noi e a chi vogliamo bene il nostro atteggiamento invece dovrebbe essere solo quello del “fare il contrario” cioè mantenere molto alta la nostra vibrazione benefica per un loro beneficio (che ha un notevole effetto sugli animali che vivono di tali istinti).
    Poi tanto sappiamo che la vita non va mai come vorremmo, quindi dobbiamo solo seguire il suo corso, affidarci alla corrente e goderci il paesaggio.
    Un saluto.

    RispondiElimina
  2. Grazie Marcello è vero che non sempre quel che proviamo è dettato dal nostro volere,sorvolo su quel che penso sia la mente lì per sè ma è vero che quando riconosci quel che provi si sottomette alla tua volontà, l'ho provato.
    Il mio conflitto sta lì nel mezzo fra la chiara consapevolezza e l'ansia di distaccarmi da emozioni o sentimenti che nuociono, a volte anche le nostre tare fanno parte di noi senza saremma sperduti ma tenerle significca soccombere.
    Il metodo della depressione catatonica...un po' quello che per l'oriente è mettersi in ascolto.

    RispondiElimina

Posta un commento