La guerra,eroi e vinti

“Dio e il soldato, durante la carestia e la guerra, vengono pregati, ma quando vi è la pace Dio è dimenticato e il soldato disprezzato.”Anonimo

Francesco ha scritto un post, l'ha scritto io credo con le migliori delle intenzioni e con tutta la passione della sua età e con il bisogno di avere un centro e un ideale per sentirsi eroe, adulto e forte, credendo   così di   difendere il valore  stesso  della  vita  degli uomini,tutti ,tranne una, quella del nemico, come disse  George Smith Patton: “Nessun bastardo ha mai vinto una guerra morendo per il suo Paese. L'ha vinta facendo morire l'altro povero, stupido bastardo per il suo Paese.”E non credo che questo possa definirsi né vittoria né un atto d’eroismo per la patria.
 
L'ha scritto forse   senza   immagini    reali     di  guerra sotto gli occhi  e nell’anima , senza sentire ferite nel cuore bruciare dal vivo, l'ha scritto senza conoscere tutte  le ragioni e gli intenti di chi fa nascere una guerra.Con questo sono scevra di giudizio perché provo un affetto tenero per lui  e so da quale  punto profondo dentro di noi nascono e prendono vita taluni ideali.Almeno una volta a tutti nella   vita sarà capitato di volersi sentire il salvatore del mondo o della patria.Di ricercare nella grandi gesta “chi noi siamo davvero” per capire quanto valiamo e quale sia il nostro scopo nel mondo.Ed è   anche puntando  su questi giovani pieni di grandi idee ma ancora acerbi  sotto alcuni profili  che i poteri forti hanno potuto fare  di loro marionette da sacrificare per raggiungere i loro scopi.Vedi le “rivoluzioni”.

Vorrei tanto che Francesco domani possa comprendere che non esiste una patria,  che  identificarsi in qualcuno o qualcosa è una prigione.Anche quando lo si fa verso qualcuno o qualcosa di benevolo.
Vorrei tanto che Francesco possa capire che se qualcuno gli vuol bene è perché lui è Francesco.
Vorrei tanto,anche se può causargli dolore,dubbi,disillusioni possa un giorno comprendere cosa sia davvero una guerra.Perché    di guerra  vera ne esiste   da sempre  una sola: quella dentro di noi e verso noi stessi.
 

Cito le tue parole Francesco"Il militare è colui che un giorno se dovesse esplodere un conflitto, a livello mondiale, perché solo così l'Italia entrerebbe apertamente in guerra, deve difenderci. Deve essere pronto a morire per noi".No Francesco, le cose non stanno così,le guerre non si fanno in trincea non sono delimitate dai confini,non esiste un  campo di battaglia, le bombe non scelgono, in guerra ognuno è costretto prima o poi a difendersi da sé: civili o militari che siano. 
Pochi saranno disposti a morire per  te, i più lo faranno paradossalmente per se  stessi,le proprie  credenze e il suo bisogno d'eroismo nella speranza  che possa venirgli riconosciuto qualcosa da morto:quell'identità che gli hanno sempre negato da vivo.I civili subiranno ugualmente soprusi e violenze, la morte non farà differenza fra un soldato e un bambino, su chi ha ragione o ha torto,la morte sarà semplicemente imparziale,sempre,su vinti e vincitori.

Come ti ho scritto nel mio commento…se dovesse esserci  davvero bisogno di morire per qualcuno,la guerra è l’ultima delle “guerre”  delle lotte  o cause da perorare e per cui donare la nostra vita.
C’è tanta bontà nel tuo cuore,sappila sfruttare al meglio e lascia le guerre ai perdenti di domani, in fine ti  auguro che mai possa toccarti da vicino.

Eraclito “La guerra è madre di tutte le cose e di tutte regina; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi.”(Eraclito, Frammenti, VI/V sec. a.e.c.).

Namasté  e come diceva sempre Vittorio Arrigoni  “ restiamo umani” è la nostra sola salvezza.

Solo De Andrè poteva raccontare della guerra in modo così dolce ma realista al medesimo tempo

Commenti

  1. La pace è la cosa più bella del mondo...
    A volte però tocca combattere per difenderla.

    Diceva Sun Tzu, se non vuoi la guerra, prepara la guerra. Vale nel grande, come nel piccolo.

    Quando ero adolescente, amavo molto la pace: l'amavo così tanto che non reagivo ai "soprusi". Questo però mi fece apparire un facile bersaglio e fu così, che con tutto il mio desiderio di pace, non ebbi più un giorno di pace, tra burle, botte e soprusi.

    Allora iniziai a praticare arti marziali e spedii al pronto soccorso il primo che provò di nuovo a toccarmi: fu la prima e l'ultima volta della mia vita in cui feci a botte. Da allora mi rispettarono, io rispettai me stesso e non dovetti più fare a botte o lottare con nessuno.

    La pace è bella, purtroppo c'è una pace che si trova solo al di là della guerra: se quella battaglia deve arrivare, bisogna essere pronti a combatterla.

    Questo per quanto riguarda la "pace interiore": per la guerra, quella su grande scala, ho risposto direttamente nel blog di Francesco.

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  2. Joker in effetti quella di cui parla è su larga scala,sebben le due cose siano unite.Ovviamente ognuno vi arriva per percorsi suoi personali e non credo che da allora tu debba continuamente prendere a pugni qualcuno per farti rispettare.

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  3. No, ma il non difendermi comportava che dovessi, in pratica, lottare ogni giorno.
    Per i paesi è uguale: guarda il Tibet... pacifico, ma proprio per questo vittima di una potenza straniera. Se il Tibet avesse mandato la Cina al pronto soccorso, sarebbe ancora un paese libero...

    Non mi fraintendere, io odio la violenza e la guerra... purtroppo alle volte non c'è scelta.

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  4. Devo dirvi una cosa, anche se quasi riderete o per lo meno resterete con la faccia sbalordita. In terza media ho fatto una tesina che non era la solita tesina che parlavano di seconda o prima guerra mondiale. "Se non poniamo fine alla guerra la guerra porrà fine a noi" Wells.; Era il titolo. Nell'ultima pagina misi tutti i premio nobel per la pace. Ripudio la guerra più di ogni altra cosa, e nello stesso tempo voglio essere soldato. Quando non avevo questo sogno credevo fosse un paradosso, non esiste una guerra per la pace perché non esiste la morte per la vita, questo mi ripetevo. Ma forse per capire il mio cambiamento dobbiamo rifarci alle parole di Joker, l'esempio del Tibet è perfetto. Voglio lottare per la pace, credo lo stessi dimenticando. Lo avevo dimenticato scrivendo quel post, anche se non ancora convinto che se si vuole fare il militare non lo si fa solo per i soldi, ma questo vale per tutti i mestieri.
    Per la guerra interiore, beh chi meglio di un adolescente incasinato e sulle nuvole come me può capire le guerre interiori? Vivo più dentro che fuori, di me. "Qualcuno può pensare che io sia solo. Ci sono così tante persone nella mia testa che qualche volta commetto un omicidio" Questo era una volta la frase sotto il nome del blog. Dobbiamo prima lottare con noi stessi e poi aprirci a gli altri.

    Ps: "La guerra da spiegare non ha definizione precisa: è un fenomeno sociale in continuo mutamente" Fabio Mini. Ora sto per iniziare il suo libro "La guerra spiegata a ..." l'ho scelto quando avevo altri tre libri da leggere, ma quando l'ho visto non ho saputo resistere. Voglio studiare la guerra forse solo perché la terza guerra mondiale è dentro di me.

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  5. Francesco posso solo dirti una cosa, ho conosciuto negli anni giustizieri a cui nessuno aveva chiesto loro aiuto, poi si sono lamentati perchè le persone sono ingrate...sei sicuro che il Tibet voglia e approvi una guerra in suo aiuto, portare avanti il tuo ideale è distruggere il loro.
    Posso aggiungere che ti auguro di comprendere, un tempo anch'io volevo indossare una divisa,quella della Marina, tempo fa quando non sapevo cosa era la guerra e tutta l'iniquità che vi si nasconde dietro e fin quando non ho compreso molte altre cose.

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  6. Carola complimentoni hai espresso il concetto in modo esemplare. .ho il cuore in gola!Condivido in pieno quello che dici, accetto anche il punto di vista di Joker che dice che a volte tocca per forza di cose difendersi!
    Però per esperienza diretta sulla mia pelle (ne porto addosso tutte le ferite ancora oggi e sanguinano ancora alcune) ti faranno violenza solo finché tu stesso sarai disposto a fartene!Io accettavo la violenza degli altri perché in qualche modo li giustificavo credendo di meritarla!Ora che ho curato alcune ferite non mi tocca neanche certa violenza gratuita e ho occhi diversi per guardare e un cuore più libero per sentire! !
    Decisamente un grande insegnamento: non sposare nessun mito perché ti risucchierà la tua individualità ed è la cosa più cara che hai e talmente preziosa che non può essere donata alla mercé di tali manipolatori!!
    Grazie, sei un grande esempio...io non mi sbaglio mai sulle persone! !;-)

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  7. Joker comprendo quello che vuoi dire :-) non ti ho di certo giudicato per il tuo pensiero e per la tua esperienza e so bene che è una fase che tutti i ragazzi prima o poi nella vita attraversano e inevitabilmente la scelta da fare è quella che hai fatto tu,no sei il solo che io conosca che l'abbia fatto dopo essere stato deriso e avere preso qualche ceffone.Ma sono certa che oggi da adulto tu abbia trovato anche altri modi per farti rispettare, a si può negare il diritto di difendersi dalla violenza
    Quel che io intendo è qualcosa di molto difficile da spiegare ed è qualcosa che si può solo comprendere dentro di sè in base alle proprie esperienze e al proprio sentire,una scelta unicamente personale.Il post per Francesco è solo il mio desiderio che non si riempia la testa di falsi miti che prima o poi lo tradiranno, che fra il dire e il fare c'è in mezzo un enorme oceano e pure profondo, soprattutto che al mondo vi sono eroi e vittime che hanno finito per diventare i carnefici stessi,perdendo se stessi e la loro umanità.Nella vita tutti possiamo tirare un ceffone,io stessa per difendere una persona ho fatto un occhio nero all'altro, ma non mi sono sentita fiera di me, ma solo dispiaciuta di tanta sofferenza da ambe le parti, creata in nome del proprio io.
    Nemmeno la Cina comunque è un paese libero.Purtroppo secoli di guerra non hanno fermato la violenza anche là dove una guerra non c'è.

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  8. Carola, appoggio tutto quello che hai scritto. Che donna che sei :)

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  9. Adhara in questo caso l'esempio sei tu e la tua epserienza.Comunque grazie.
    Ciao LIlly,grazie
    Diciamo che tutte e tre messe insieme facciamo una donna quasi perfetta :-).

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  10. Tre numero perfetto ...non mi stancherò mai di dirlo!!:P

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