La mia leggerezza dell’essere

 

Pensavo che leggere Kundera mi avrebbe rilassato,invece è riuscito ad affossare il mio stato d’animo e ad appiccicarmi addosso un ulteriore sensazione spiacevole, anche l’animo deve essere predisposto a certe  letture.
L’ oroscopo     della settimana  dice – ora che si va verso l’autunno alleggerisciti e non in senso fisico ma dicendo addio a cose e persone che non ti fanno stare bene- comincio a pensare che troppo spesso l’oroscopo e la mia vita sono sincronizzati, mai profezia è stata più esatta di questa.
Per le cose nessun problema è in corso da questa  estate la pulizia in casa, è  un continuo buttare ciò che è legato a questo o quello e ciò che non mi rappresenta più, creo spazio, creo essenziale e sto bene.
Per le persone è tutto assai più difficile, una a cui dovrei dire addio, ci lavoro e a meno che non cambi lavoro, ci devo convivere, ma da lunedì credo  che  l’addio sarà platonico ma quasi doveroso, un altro addio che dovrei dire…ma   lasciamo   perdere sarebbe come spiegare il teorema di Fermat,e  in fine un bell’addio anche solo spirituale verso ricordi e persone ci sta bene, non sono una persona che vive legata al passato, ma a volte restano  residui non elaborati,arriva il momento di sputarli.

Oggi mi sono svegliata prestissimo,pioveva e mi sono detta – figo, piove,me ne sto sotto le coperte- ma quell’entusiasmo è durato poco,una telefonata,un mio errore di valutazione, e la discussione è partita per due interminabili  ore, e poco è servito dire con calma scusa non volevo, è che sto un po’ così così,solo quando ho alzato la voce,scoppiata in un pianto,riattaccato il telefono, poi mi è   stato   chiesto- cosa succede?,come stai?
Una botta di vittimismo la mia?No non sono alla ricerca di pena   cerco   solo   un eremo  in cui andarmi a nascondere per  qualche mese, anche se scappare non è la soluzione, ma ogni tanto per schiarirsi  le idee è quasi doveroso.

Lo so chi stava dall’altra parte del telefono ha  una serie di problemi più importanti dei miei banali momenti,in cui il mio io si sente ferito  e tradito da una amica stronza, e altre cosette,ma ogni tanto mi piego anch’io e non sono sempre pronta  ad ascoltare,capire e farmi carico del malessere di qualcuno,mi si perdoni, se cado nella leggerezza della fragilità di quando in quando anche per banalità.

Sarà per questo che le prime pagine di    La leggerezza dell’essere invece che rilassarmi mi sono cadute addosso come un macigno, per un attimo mi sono ritrovata nel protagonista difronte  alla   sua Tereza, mi sono ritrovata   nel gioco delle coincidenze che sono segni da interpretare, mi sono sentita stritolare alla sola idea di una vita che non voglio.

E mi dispiace se il mio egoismo,se di egoismo si tratta, non  mi   porta  talvolta nella  direzione di chi mi circonda, ho scelto la leggerezza dell’essere,almeno per ora e fino a fatti contrari.

Svegliarsi tutti i giorni e sentirsi dire da una persona a cui vuoi bene- con la vita ho chiuso,ho chiuso con tutto - tu impotente di cambiare la sua cazzo di vita (che in parte da solo si è creato) ti ammazza, ha ragione Kundera nemmeno il nostro proprio dolore è così pesante come un dolore che si prova verso un altro,al posto di un altro,prolungato per echi interminabili , e se a volte appaio egoista è solo perché    cerco di salvare la mia vita, il mio precario equilibrio  dal dolore di qualcun altro, perché  io  invece al mio   dolore    so   dargli un nome,un inizio e una fine, a quello di qualcun altro no!.

Commenti

  1. Carola, mi ha colpita la tua citazione "Nemmeno il nostro dolore è così pesante come un dolore che si prova verso un altro, al posto di un altro" (a proposito, è sempre una citazione de "L'insostenibile leggerezza dell'essere?")
    È tremendamente vera.
    Ho passato una vita intera a soffrire per gli altri stando accanto a persone finite in terribili vortici di autodistruzine. A volte il male, eco, per eco, diventava così forte da essere inaccetabile. Poi ho deciso che non ce la facevo più. Che prima di tutto venivo io. E non potevo farmi buttare giù tutte le volte. Io personalmente non avevo la forza per reagire di fronte a certe situazioni. E non ce l'avrei nemmeno adesso. Da alcune di queste persone mi sono allontanata, da altre no. Sono presente, sempre all'interno dei miei confini che non posso e non voglio più oltrepassare.

    Non sei egoista!Sei viva! Ed è giusto e sacrosanto che difendi te stessa!
    Come il tuo dolore ha uno spazio e un nome, lo stesso vale per gli altri.
    Non dare retta agli echi, ti ammazzano e basta.

    Ti abbraccio Carola!

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  2. Lo spirito della crocerossina... Atlante che con le sue spalle tiene su il cielo, impedendo che caschi sulla terra...

    A volte ci sono persone come te, spinte dal desiderio inestinguibile di voler salvare il mondo :)

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  3. Ciao Joker non ci sei proprio, l'ultima cosa che sento è lo spirito della crocerossina, io non voglio salvare nessuno e nemmeno il mondo.
    Purtroppo una delle persona di cui parlo non posso allontanarla solo perchè sta male, forse potrei avere il coraggio di farlo, questo è vero, ma se resto non è perchè sono votata al sacrificio, c'è ben altro.
    E se mi trovo circondata da persone che si appoggiano a me è solo per colpa del mio carattere accomodante e se vuoi che non si perde d'animo a fare le cose,e se spesso litigo con le persone è proprio perchè quando vedo che c'è dipendenza da me o mi accorgo che fannno i furbi perchè non hanno voglia di muovere il culo loro m'incazzo,amo l'indipendeza nelle persone a cominciare da me.
    In ultimo quando vuoi bene a qualcuno se gli vuoi bene ne rimani indifferente fino a un certo punto, non è essere crocerossina è volere bene, ma non sono così scema da sapere l'amore per gli altri non ti deve soffocare la vita, se avessi lo spirito della crocerossina sarei felice di creare dipendenza intorno a me,invece mi infastidice, se quella persona in particolare potesse dire di me, non ne direbbe bene proprio perchè con me spesso non trova la spalla che vorrebbe, e nel modo che vorrebbe,e mi chiedo se non sbaglio e se sono troppo dura, ma so che devo pensare a me.
    E poi al mondo esistono persone negative, piene di astio,invidia, insoddisfatte e riescono a creare danni incredibili intorno a loro anche indirettamente, ci sono e mi ci ritrovo in mezzo,volente o nolente, e ci vuole un bel spirito di reazione per non farsi rissucchiare da loro, ma a volte nella vita si possono vivere fasi no, momenti di fragilità interiori propri è lì caschi nel vortice,e arriva il momento di uscirene fuori.
    Quello che mi ha sempre fottuto è il fato che ho un indole buona,e mi dispiacere ferire le persone, ma purtroppo chi pensa di poterne approffitare per sempre poi si trova con l'amara sorpresa che posso anche trasformarmi in stronza, io sono così: "sensibile" e non ho intenzione di fare violenza a me stessa diventado cinica o stronza perennemente per gli altri, io cerco solo di fare la cosa giusta, ma come un maestro zen disse ci sono molti modi per fare la cosa giusta, ecco io devo solo trovare il modo giusto e con la maturità giusta e l'equilibrio che occorre per fare la cosa giusta, nel modo giusto.
    Un abbraccio

    Buongiorno Lilly, grazie. Si, la citazione è sempre dello stesso libro di Kundera.


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  4. E' molto giusto quello che dici: ma penso che tu sia un po' border line in questo.

    Ti incazzi, ma ascolti, vorresti allontanare, ma rimani, non vuoi essere cinica e stronza, ma a volte ti serve per sopravvivere.

    Quando parlo di spirito da crocerossina, intendo semplicemente che, piacere o no, ti carichi pesi che non sono tuoi.

    Non caricarsi i pesi degli altri, attenzione, non vuol dire non ascoltare o fregarsene: esiste il modo giusto, proprio come dice il tuo maestro zen :)

    Un abbraccio a te!

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  5. Joker in effetti è così, è per questo che scritto che devo trovare il modo giusto :-)

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  6. Carola ciaoo!Mi dispiace si dice in questi casi credo, ma forse follemente mi piace pensare che ci si sente così quando si inizia a voler costruire qualcosa di diverso per se stessi: ci si interroga, dispera, ribella e agguerrisce contro tutto ciò che fino ad oggi ci sembrava naturale, scontato il tutto perché stiamo danzando con noi stessi avendo per forza di cose solo la possibilità di poterlo fare in modo introspettivo e riflessivo!
    Mi chiedo spesso...se potessi vedere stando all'esterno qualcosa che mi brucia dentro cosa farei, come reagirei?...ok è utopia ma mi ammaliano le cose folli e impossibili...sarò cretina ma è così!!:-)
    Nella tempesta si brancola nel buio e si vive al momento per poi rinascere con un mantello splendido e una forza incredibile!!
    È difficile ma non molliamo...periodo cruciale anche per me!!:-)
    Un abbraccio Adhara
    P.s. Quando qualcuno dice di non crogiolarsi troppo per le pene altrui ha già sperimentato cosa voglia dire e ora se ne guarda bene molto bene...ciò non toglie che sia difficilissimo!!

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  7. Ciao Adhara, grazie credo che hai riassunto il tutto molto bene :-)
    Quello che tu chiami utopia, il guardarsi dall'esterno è quello che più o meno nel buddhismo intendono "essere testimoni di quello che ci accade dentro" generalmente è una pratica che si apprende tramite la meditazione, o con la giuda di un maestro non è poi così utopia,magari un po' difficile,ma possibile.

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  8. Ma tu sei buddista?E 'un mondo che mi ha sempre affascinato ma che conosco molto poco...chissà che un giorno...io ho tutta una mia teoria secondo la quale tutto ciò che arriva alla mia conoscenza doveva arrivare in quel preciso istante e momento della mia vita!!
    In tutto quello che faccio capita sempre così e mi piace questo modo di assaporare il mondo a piccole dosi...peccato poi che la mia ragione le analizzi troppo in profondità anche quando si tratta di cose assolutamente fuori dal campo razionale e là combatto come una furia!!
    Maremma che ce posso fa!!
    Un bacio grazie Adhara

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  9. Ciao Carola, a volte mi sento come il parroco di paese, tutti vengono da me a "scaricarsi" e io, per carattere, cerco di essere solidale, accomodante e sincera. Il problema è che prima o poi si scoppia o ci si ammala, perché sentirsi "per indole" obbligati ad aiutare gli altri è una forzatura che facciamo a noi stessi. Sono pochi coloro che riescono a fare il "voto" del dedicarsi ai problemi altrui e spesso hanno solo o quasi solo quel pensiero.
    Te, ed io, mi permetto, siamo persone con una vita nostra, problemi individuali, pensieri, debolezze, fragilità, stare vicino a qualcuno è una forma di riguardo che attuiamo nei confronti di questa persona ma non può e non deve diventare per nessun motivo una ragione di stress.
    Nessuno ha il diritto, anche se involontariamente, di far pesare la propria vita agli altri, quindi non sentirti egoista se a volte non ce la fai, è NATURALE.

    Ho imparato a dire "tesoro, oggi proprio non riesco, so che tu ne avresti bisogno ma come posso starti vicino/a se non sono nelle condizioni di poterlo fare?". A volte bisogna anche creare dei paletti per non farci investire dai bisogni altrui e facendo così ci evitiamo brutte crisi emotive che destabilizzano noi e forse anche l'altro.

    Alla fine, quando ne hai la voglia e le forze, ti fai viva tu e se l'altro ha veramente bisogno e veramente capito che ci sei, non si offenderà.

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  10. Ciao Adhara, non sono Buddhista,ma più o meno taoista,grazie del commento

    Ciao Sea,grazie :-)

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