I genitori

 

 

Donna Moderna: Posta del cuore di Chiara Gamberale
La posta del cuore  è  una rubrica  che generalmente salto di leggere in una rivista, ma l’altro giorno immersa nel pacifico ozio mi sono dilettata a leggerla, e devo dire che la Gamberale con la sua risposta ha superato se stessa e molti altri.
Genitori e figli.Ho sempre sostenuto che arriva un momento nella vita in cui i due ruoli si amalgamano e si annullino a vicenda, vi è un momento in cui nel confronto,bisogno,confidenze, non si è più bambini o adolescenti difronte ai genitori, ma adulti dinnanzi ad altri adulti.Credo anche che nello scorrere degli anni, quando la gestualità, la prontezza di risposta, la fragilità emerge in loro,arriva il momento di scambiare  un po’ i ruoli , anche se per brevi periodi,da figli diventare genitori.
Credo fermamente anche nel fatto che ognuno è figlio di se stesso, e che ad un certo punto sia giusto e amorevole prendersi cura di quelle persone che hanno avuto tanta pazienza e premura nel prendersi cura di noi.Non è un amorevole scambio fra genitori e figli ma fra esseri umani.

Vorrei proseguire a scrivere il mio pensiero,ma mi rendo conto di rubare spazio alla Gamberale

Riassunto della lettera:
Un ragazzo sfruttando il libro della Gamberale con una lettera invita i genitori a leggerlo, un modo discreto e coraggioso per dire a loro che lui è omosessuale.La mamma lo comprende,non si scompone più di molto, è entusiasta di conoscere il suo fidanzato.Il padre, non batte ciglio, nemmeno una parola,si chiude in se stesso,non è arrabbiato o deluso ma totalmente incapace di comunicare con lui.

La risposta della Gamberale (bellissima):
Le persone non si esauriscono nel ruolo che rivestono nella nostra vita.Perfino e soprattutto i nostri genitori,possono,improvvisamente,addirittura diventare nostri figli,bisognosi di aiuto,di protezione…E mi pare che questo stia succedendo a tuo padre.Lo so(credimi,lo so)è una fatica pazzesca,ma prova in questo periodo,a uscire dal tuo essere figlio.Se padre è chi capisce per primo,se padre è chi per primo allunga la mano,se padre è chi per primo si butta,se padre è chi ama nonostante tutto,diventa padre di tuo padre.
Rompi per primo il il suo mutismo…

Ne ho riportato solo un estratto,le parole per me più significative.
Ho una mamma di 83 anni, che a volte s’infiamma d’entusiasmo per un una banalità. che s’ingegna in opere creative in casa  apparentemente banali,quasi dal sapore infantile, a volte inciampa in pianti che lei dice di non sapere il perché;io invece immagino e so, ecco quelle volte mi sorprendo ad osservala sorridendo e dentro di me mi sussurro “ è la mia bambina”.
Ho perdonato, ma forse nemmeno gli l’ho mai voluta, mio padre il giorno che ho compreso che se lui non è stato un padre perfetto,io non sono stata la migliore delle figlie.
Ho osservato tanti genitori,tanti figli e nel tempo ho compreso,che se essere figli a volte sembra essere una diabolica tortura, essere genitori  è un ruolo ancora più oneroso.
I figli chiedono risposte immediate ai  loro bisogni, chiedono soventemente, anche prepotentemente,  la perfezione,il genitore dev’essere integerrimo, encomiabile, un pozzo senza fine d’amore a cui attingere,deve perdonare, sempre, deve essere presente costantemente…e questi figli se la defilano dal crescere,dall’amare anche con i difetti e gli errori e senza riserve,questi figli che a 30,40,50 e oltre ancora chiedono con avidità una tetta a cui aggrapparsi, che ancora non hanno ben compreso che ad un certo punto della vita il ruolo figli e genitori inevitabilmente s’annulla per dare spazio a un gruppo di adulti,che si rispettano,si stimano,si amano,si perdonano, perché in verità ognuno è figlio di se stesso.

Può anche accadere,di avere genitori che rifiutano di essere genitori,duro da digerire,ma va digerito guardando avanti e senza cercare di ingabbiare una persona in ruolo che non vuole,che è impossibilitato a portare avanti,un persona che è ancora troppo figlio o figlia per potersi prendere cura di una creatura, un figlio o figlia che probabilmente sono ancora troppo pieni di astio o sono in credito a loro volta con genitori che non gli hanno amati.
Non esiste regola, io credo solo che spesso i genitori cerchino di fare i genitori nel miglior modo possibile, nel solo modo che conoscono e che gli riesca meglio.Sono i figli che io credo ad un certo punto debbano necessariamente,per se stessi,smetterla di continuare ad essere figli.Comunque sia,nel bene e nel male.

Commenti

  1. E' un discorso veramente ampio e complesso...
    Genitori...

    Mi sono ritrovato a 15 anni a fare da genitore a mia nonna e a mia mamma... Direi che ho dato :)

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  2. Qua per commentare Carola ho bisogno di un'altra settimana di ferie!!;-)
    Ti dico solamente che nella vita ogni ruolo è intercambiabile e ognuno ci mette a dura prova...io sono ogni giorno maestra e bambina per fare un esempio e non è sempre facile!
    Ogni ruolo è stimolante e ci arricchisce e servirà tutta la vita per rendersene conto fino in fondo!
    Penso spesso a quanti noi incontriamo durante la vita: figlia, bambina, donna, madre, fidanzata, moglie, nonna,...ecc e sono sicura che abbiamo bisogno di tutti per sentirci in un certo senso realizzati!!
    Un bacione Adhara

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  3. Joker, a me non è andata meglio,ma va bene così.
    Adhara il punto è proprio questo uscire dai ruoli,non renderli fissi e scontati,sia quello fra genitori e figli e che in altri contesti della vita.
    il problemi sorgono quando ne gli uni ne gli altri vogliono abbandonare il loro ruolo.
    Mi ricordo quando circa tre anni fa,andai a trovare un vecchio amico di famiglia,un uomo ormai ultra ottantenne,un uomo che ho sempre stimato,che ora purtroppo è venuto a mancare.
    Ricordo che eravamo soli in casa, mi ha offerto il caffè come sempre,mi ha visto crescere e dalla cima delle sua età, da bambina mi ha trattata da tale,da adolescente mi ha trattata da tale, ma quel giorno seduti uno difronte l'altra mentre si chiacchierava per la prima volta in tanti anni,mi fece una domanda intima,mi chiese come stavo,come vivevo la mia separazione,perchè era successo(lui che non entrava mai nella vita delle persone,sempre discreto), dopo aver chiacchierato con lui,uscita da casa sua,il cortile dov'ero cresciuta,e scendendo le scale mi rivedevo lì a giocare,percepii un'aria diversa, e capìì che ora ero una donna,e che da tale mi ha tratta Berto, per la prima volta nella vita parlai con lui come fra adulti,depose il suo senso protettivo, smise di vedere l'adolescente e affrontò la donna, con tutta l'intenzione di comunicare con lei sullo stesso piano.Mi parlò anche di sè,del vuuoto lasciato della moglie,midisse tante cose.Mi fece sentire grande, finalmente cresciuta e padrona della mia vita.
    Cosa sarebbe successo invece se dall'alto della sua età non avesse smesso i panni dell'adulto nei confronti della bimba che ha visto crescere?
    Lo ringrazio ancora oggi di questo e di molte altre cose.

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  4. Sì non lo dicevo per te ma parlavo in generale!:-)
    Penso che per esserne capaci bisogna avere interiorizzato bene ogni ruolo altrimenti si fa casotto!
    Bisogna altresì lasciarsi andare e volersi bene per come si è senza troppi "ma" e "se"!!
    Un abbraccio Adhara

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  5. Ciao Adhara, l'ho inteso che scrivevi in generale :-),il mio era solo un esempio per proseguire il discorso e mettere in luce come sia davvero importante non rimanere arenati nel proprio ruolo, proprio come dici tu, in quei soggetti che non hanno interiorizzato o rimangono per tutta la vita legati ad un solo ruolo avviene davvero un casotto.
    Un abbraccio

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  6. Ok ho preferito puntualizzare per non creare incomprensioni inutili!:-)
    Grazie
    P.s. Ho uno stato d'animo stasera che mi fa venir voglia di non avere più ruoli ma di fare esattamente ciò che mi passa per la testa...e ogni minuto c è qualcosa di nuovo per cui...in bocca al lupo a chi mi incontra!!
    Mamma che periodo di tempesta: mi sento come se stessi aggrappata ad una liana, ma le gambe sono già giù a penzoloni e le mani fanno fatica a resistere vista la furia del vento e il peso del mio corpo!
    Adhara

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  7. :-) non mollare la liana.
    Non ti resta di fare ciò che ti passa per la testa con tutto i suoi pro e contro.Anche se io sostengo sempre che nella tempesta meglio rimanere immobili quando passa decidere sul da farsi, ma giustamente tu fai come senti che sia giusto per te,il manifestarsi della tempesta ha un senso e una ragione dedicata tutta a te e per te.
    Un abbraccio forte.

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  8. Ciao Carola, discorso molto complesso, molto profondo. Anche io ho dato in passato. Ma l'ho dato con rabbia e con l'amarezza di chi si sente tradito. La prospettiva che intravedo qui è ancora diversa. Essere "genitori dei genitori" non per loro manchevolezza, ma perché sono semplicemente persone con i loro limiti. Mi piace, mi piace tanto. Ci penserò su ancora.
    Un abbraccio!

    Resisti, Adhara, resisti!

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  9. Grazie care...non mollerò finchè non si spezza!;-)
    Un abbraccio e bona giornata a tutte e due!!
    Adhara

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