Bio “mia” grafia speculativa

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Sono nata in un giorno d'inverno,quando ancora c'e la neve e da poco il vecchio anno ha fatto spazio a quello nuova. Lo stesso giorno che son nata io una vecchia signora a cavallo della sua scopa distribuisce carbone e doni ai bambini.

Non sono volevo  andare all'asilo, ricordo che piangevo, un giorno avevo mal di pancia e un altro la febbre.
Sono cresciuta in un grande cortile, giocavo e dal pomeriggio a sera sporca d'erba e terra, con ginocchia sbucciate e le nocche delle dita sempre rosse per le parate a calcio.
L'unica bimba fra maschi, mi adattati senza problemi, almeno fino fino a undici anni quando le ovvie differenze di sesso cominciarono ad affiorire.

Il mio primo amore a 14 anni,anche se a dire il vero per lui avevo un infatuazione da quando ne avevo sette. Un amore tormentato, di quelli mal corrisposti strizzano che ti fanno stare male ma davvero tanto male.
Aspettai tanto  quando il sogno finalmente s'avverò  ecco che rispunta lei, la sua ex, ovviamente tornò da lei, in che altro modo poteva finire un amore iniziato male?

Di quel giorno ho un ricordo forte e chiaro: in lacrime gli chiesi di non lasciarmi. Quando realizzai a un tratto che:
Prima cosa: non si può obbligare nessuno ad amarti, né  chiedergli  di restare se vuole andare via. Seconda cosa: la mi dignità l'avevo fratumata e ciò non sarebbe mai più do e così da quel giorno davanti a frasi tipo:" non ti amo più","amo un'altra",ecc ho iniziato a sorridere e dire <ok> senza aggiungere altro, in seguito ho scoperto che ciò faceva incazzare di più che una sceneggiata scespiriana, sinceramente rimanevo sgomenta e  mi dicevo "ma perché ti incazzi tanto se non mi ami più?> ho provato anche a chiederlo ma non scrivo cosa mi è stato risposto...va bè problema suo.
Nella vita sono stata anche “lasciata” per testare la mia reazione, ma la mia impassibilità esteriore ha fatto scoppiare una reazione  di tipo isterico, chiarita la cosa non ho ben capito perché mi sarei dovuta strappare i capelli, urlare e piangere solo per dimostrare che l'amavo, e lì mi sono detta <non ha capito un cazzo> e da allora ho compreso che esiste anche un mondo di uomini-bambini, cercano sempre una tetta a cui attaccarsi, per confortarsi, per sentirsi al sicuro o per sincerarsi che il loro castello non stia per crollare,un po' come i bimbi che a due anni vorrebbero ancora succhiare latte dal seno e rifiutano lo svezzamento, perché crescere è uno shock emotivo, il distacco è per loro  molto traumatico.
A scuola ero davvero un disastro, la mia timidezza mi impediva di dare il meglio di me, ho taciuto pensieri e considerazioni di cui solo oggi mi rendo conto che  avrebbero  suscitato  sgomento e perplessità,e forse anche un pizzico di irritazione  in quelle persone  che credono di trovare nella testa di una bambina-ragazzina solo bambole e giochi idioti, con questo non voglio dire che non giocassi con le mie bambole,nemmeno che non partecipassi a giochi idioti ma nella mia testa c'era spazio anche per altro, credo che sia cosi anche per molti  altri bambini ma il timore di esporsi è alto,così si continua a fare solo i bambini scemi ovvero quelli di tipo  "stereotipato" secondo preferenza del mondo adulto, e cosi via finché non si raggiunge l'età in cui ti permettono di parlare,o per lo meno di dire una parola in più.
Comunque sia di fatto ero un vero disastro,ed era per me una sofferenza stare alle regole, ancora oggi davanti alla parola "regole" sussulto, mi nasce una ribellione nello stomaco che poi sale su su fino ad esplodere.
Ma tutto sommato ne sono uscita indenne con un sufficiente e un calcio nel culo pur di non avermi più davanti, a qualche professore credo di avergli fatto pena, ma la loro pena mi ha fatto solo un favore, uscita da quell'aula ho voltato le spalle  e con la scuola avevo chiuso, il loro sistema mi nauseava, li consideravo degli assassini della cultura di stampo  libertario.
Mi sono pentita? Da un alto si da un altro no...ma come ogni buon spirito  libero e politicamente pendente verso l’anarchia  credo nella cultura da autodidatta, una cultura che si espande oltre i limiti imposti dai testi scolastici, una ricerca passionale e sincera di conoscere ed esplorare sentieri incolti, senza restrizioni e censure di sorta né da parte dello stato e né dalle religioni.
Se non lo sapete, ve lo dico:i libri di storia scolastici mentono,spudoratamente mentono per amor di patria.
Forse leggendomi qualcuno potrebbe sostenere "e si mia cara che sei un somaro si vede e soprattutto si legge" in risposta sorrido e m'inchino,ed io sola so perché.
alla prossima...

Commenti

  1. A LiLLy piace tanto questo elemento (e soprattutto la foto!)

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  2. Grazie :-) mi sono sciupata col crescere ahahahahha

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  3. I testi scolastici credo siano più subdoli: più che mentire "omettono" e "dimenticano"... ma si sa, la storia è scritta dai vincitori.

    Vediamo se sai proseguire, ehm ehm :)

    Aquí se queda la clara,
    la entrañable transparencia,
    de tu querida presencia...

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  4. Buongiorno Joker, sbaglio o hai simpatia per EL Che?
    Correzione giusta la tua omettere è il verbo giusto.

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  5. Ho sempre avuto simpatia per i rivoluzionari e per i sognatori...
    ;)

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  6. Va bè te la passo, anche se io del Che ho tutta una mia idea rivoluzionaria :-),solo perché ho sempre avuto simpatia per i Joker,un po' folli e sopra le righe.

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  7. Beh, lo ammetto: conosco la storia "ufficiale" del Che. Mi piace la sua storia, da medico a guerrigliero, sa un po' di Sandokan, di eroe Salgariano...

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