Un passato ancora da venire



Era il 23 ottobre del 2012 quando scrissi queste poche righe, nello spazio dei  sei anni trascorsi sono certo cambiate molte cose ...quel sentore di nostalgia ha trovato spiegazioni ma non completamente.
Ogni tanto al cambio di stagione, fra pioggia e vento, un profumo e un colore Lei cheta e leggera si siede accanto a me. Ormai ci convivo e non ne soffro più come un tempo...a volte rimaniamo sedute lì ad aspettare quel che ancora deve venire nella speranza di  ritrovare nel domani quel che si è perduto chissà dove chissà quando.


E’ da tempo immemorabile che soffro di nostalgia.
Nostalgia di cosa?Non l’ho mai ben capito.
Nostalgia di un profumo, di un gesto, di un luogo, tutto sarebbe normale se questi fossero legati ad atti realmente accaduti se si trattasse di un luogo realmente visto…Nostalgia e ancora nostalgia, immensa voglia di riempire un valigia e corrergli incontro.
Un un volto sconosciuto, non un gesto mai fatto, cose mai viste,eppure la nostalgia è vivida e serrante come un ricordo del passato ma ancora tutto da venire.

In Paco Ignacio Taibo trovo una possibile  giustificazione alla mia nostalgia:

“Io non sono di qui. Non appartengo a questa terra dove sono nato; e nella vita si impara, impara chi vuole imparare, che nessuno appartiene alla terra dov’e’ nato, dove l’hanno messo al mondo. Che nessuno e’ di nessun posto. Alcuni cercano di mantenere l’illusione e si costruiscono nostalgie, sensi di possesso, inni e bandiere. Tutti apparteniamo ai luoghi dove non siamo stati prima. Se esiste nostalgia, e’ per le cose che non abbiamo mai visto, per le donne con cui non abbiamo mai dormito, e per gli amici che non abbiamo avuto, per i libri non letti, per i cibi nella pentola ancora non assaggiati. Questa e’ la vera e unica nostalgia.”
Paco Ignacio Taibo II, da “Ombre nell’ombra”

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