Carl Gustav Jung : Anima

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Ammetto la mia simpatia per Jung …
… le ambiguità dell’anima – messaggera dell’inconscio – possono letteralmente annientare un uomo. Alla resa dei conti il fattore decisivo è sempre la coscienza, che è capace di intendere le manifestazioni dell’inconscio e di prendere posizione di fronte ad esse. Ma l’anima ha anche un aspetto positivo. È lei che comunica le immagini dell’inconscio alla coscienza, e in ciò sta il suo pregio. Per decenni mi sono sempre rivolto all’”anima” quando ho sentito che il mio comportamento emotivo era turbato e inquieto. Allora voleva dire che c’era qualcosa nell’inconscio e quindi chiedevo all’”anima”: “Che c’è di nuovo adesso? Che cosa vedi? Vorrei saperlo!”. Dopo qualche resistenza, regolarmente produceva un’immagine, e non appena questa compariva, il senso di inquietudine o di oppressione svaniva. Tutta l’energia delle mie emozioni si tramutava in curiosità e interesse per l’immagine, quindi ne parlavo con l’”anima”, poiché dovevo cercare di intendere l’immagine come meglio potevo, proprio come i sogni.
Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni, riflessioni, a cura di Anela Jaffé, Rizzoli, Bur-Saggi, 1998, pagg. 230-231.

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