La libertà d’insegnamento,Victor Hugo

Che mi sia permesso di dire qui e di dichiarare […] io ci credo profondamente a questo mondo migliore, esso è per me ben più reale di questa miserabile chimera che inghiottiamo e che chiamiamo vita, è sempre davanti ai miei occhi, ci credo con tutta la potenza del mio convincimento, e dopo così tante lotte, così tanti studi e prove è la suprema certezza della mia ragione come la suprema consolazione della mia anima.
Victor Hugo (pp. 317-318)

Forse dovrei smettere di sorprendermi ogni qual volta che leggo articoli o libri assai datati.Sorprendermi  di come nulla alla fine sia realmente sia cambiato,
La storia si ripete, gli errori si ripetono, e si prosegue oggi come ieri...

Era il 15 gennaio del 1850 quando Victor Hugo  pronuncio queste parole schierandosi contro il partito cattolico, maggioritario nell’Assemblea.con il suo   Discorso sulla libertà e la laicità d’insegnamento.

Il tema della libertà e della laicità dell’insegnamento è sviluppato in passi molto belli alle pagine 315 e 316, quello della liberazione dalla miseria e della costruzione di un mondo migliore alle pp. 317-18. Successivamente, Hugo insiste sulla differenza tra l’autentico spirito religioso e il clericalismo e denuncia i secoli di censura e repressione dello spirito e delle arti perpetrato dalla chiesa romana. L‘Italia e la Spagna, da secoli nelle mani del clero, sono in uno stato compassionevole, dunque a questo clericalismo che chiede di guidare l’insegnamento non è possibile concederlo.

Oggi la colpa non pesa più totalmente sul clero.Oggi quelli che esercitano la medesima censura  e repressione dello spirito e delle arti sono altri soggetti ma con i medesimi interessi del clero di un tempo. Insomma cambiano i contesti, i personaggi ma la storia è medesima.


...intendiamoci sulla libertà che voi reclamate; è la libertà di non insegnare. Ah, voi volete che vi siano dei popoli da istruire. Molto bene. Vediamo i vostri allievi. Vediamo i vostri prodotti. Che avete fatto dell’Italia? Che avete fatto della Spagna? Da secoli voi tenete nelle vostre mani, a vostra discrezione, alla vostra scuola, sotto la vostra bacchetta, queste due grandi nazioni, illustri tra le più illustri, che ne avete fatto? Ve lo dirò. Grazie a voi l’Italia, della quale nessun uomo che pensi può più pronunciare il nome che con un inesprimibile dolore filiale, l’Italia, questa madre di geni e di nazioni che ha riversato sull’universo tutto le più abbaglianti meraviglie della poesia e dell’arte, l’Italia che ha insegnato a leggere al genere umano, l’Italia oggi non sa leggere! [p. 323].

 Direi che non c'è bisogno di aggiungere altro.

Fonte da cui è possibile leggere integralmente l'articolo Victor Hugo, La libertà d’insegnamento (La liberté de l’enseignement)



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